SERIE B

Il Bari non decolla, Caserta in bilico ma le colpe... son di tutti

antonello raimondo

Le prime due giornate avevano illuso un po’ tutti. Colpa di qualche slancio e di un atteggiamento, nel complesso, positivo. Il peggio è arrivato dopo. Da Modena in poi è stato uno stillicidio

BARI - Ben oltre l’aridità di una classifica pessima (tre punti in sei giornate e un mortificante zero alla casella vittorie). La pochezza del Bari va ben oltre. I risultati, si sa, a volte possono raccontare verità parziali. Specie all’alba di una stagione lunga e complicata, com’è nella tradizione di un campionato come quello di serie B. A far paura non sono le difficoltà, che pure sono tante e chiarissime. E nemmeno i numeri, algidi nella loro pochezza. È il «come», a scavare le differenze. Ed a appesantire il giudizio. Inaccettabile il cammino di questo Bari.

Le prime due giornate avevano illuso un po’ tutti. Colpa di qualche slancio e di un atteggiamento, nel complesso, positivo. Non c’era, però, da stare tranquilli. E lo abbiamo urlato senza giri di parole. Definire positiva una partita come quella di Venezia era un azzardo. Quasi un non voler guardare in faccia la realtà. O meglio, fissare lo zoom su quello che faceva più comodo. Cosa? La reazione? Troppo poco, non scherziamo. In Laguna, dopo mezz’ora solo per un caso il Bari non si è ritrovato sotto di tre gol. Contro un avversario forte, sì, ma certo non ingiocabile. E, soprattutto, contro un avversario che ha giocato in «pantofole». Stessa musica, più o meno, una settimana dopo al «San Nicola» contro il Monza. La partenza regalata all’avversario, non proprio un dettaglio insignificante. E da lì, tutti convinti di aver giocato alla pari con corazzate. Follia allo stato puro.

Il peggio è arrivato dopo. Da Modena in poi è stato uno stillicidio. Una squadra che non è stata in grado di crescere e che, anzi, è riuscita a peggiorare con una continuità da togliere il fiato. Fino all’«indecente» notte in terra di Chiavari. Dove non è bastato nemmeno un casuale e immeritato vantaggio a scuotere le anime di un gruppo molle e scarsamente assortito. Gli avversari del Bari continuano a giocare con la sigaretta in bocca. Pochissima resistenza biancorossa, squadra con pochi equilibri tattici e pochissimi slanci. Squadra leggera, terribilmente leggera. Esposta al vento «nemico» quasi senza colpo ferire. Non è questione di impegno, sgombriamo subito il campo da equivoci. Qui nessuno mette in dubbio la professionalità dei calciatori e tanto meno dell’allenatore. Ma qualcuno dovrebbe spiegarci cosa c’è dietro questa pochezza mista a fragilità.

Caserta nel mirino, evidentemente. L’allenatore al pubblico ludibrio, abitudine tutta italiana dalla quale conviene diffidare. Di fronte a un Bari così povero non ci può essere un solo colpevole. E la storia di due anni fa lo insegna a caratteri cubitali. Ve lo ricordate Polito in pieno delirio di onnipotenza cambiare allenatori come fossero sigarette convinto com’era che la rosa fosse di alto livello e la guida tecnica inadeguata? Esonerare Caserta è la mossa più semplice. E non è detto che non accada dopo la partita contro il Padova, qualsiasi sia il risultato. Ma poi siamo sicuri che tutti i problemi sarebbero risolti?

Dallo spogliatoio non vengono fuori spifferi che facciano pensare a scarsa compatibilità tra Caserta e il gruppo. Anzi, pare che l’allenatore goda della stima dei calciatori. La questione, insomma, sembra essere davvero molto più profonda. E, quindi, più grave. Non parliamo di un Bari in difficoltà, questo sarebbe un verdetto accettabile dopo sei giornate di campionato. Il Bari è un castello di sabbia che crolla, spesso, ancor prima di imbattersi nelle prime difficoltà. Il Bari non c’è. E se non ci fosse la classifica a tenere tutti ben desti... farebbe anche un pizzico di tenerezza. Ce la si fa a rialzare la testa prima che sia troppo tardi? Ma davvero bisogna chiedere alla gente del Bari di rassegnarsi a questo «deserto» tecnico ed emotivo?

VICARI, CHE MAZZATA Tegola per il difensore centrale del Bari Francesco Vicari: il club ha fatto sapere che gli esami a cui è stato sottoposto il giocatore (uscito per infortunio contro la Sampdoria), hanno evidenziato una lesione di alto grado del muscolo retto femorale della coscia sinistra. Il giocatore, perno della difesa del tecnico Fabio Caserta, ha iniziato il percorso di recupero: potrebbe essere indisponibile per due mesi. O forse più.

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