serie b

Il Bari pronto a rifarsi il look e a cercare nuove idee per invertire la tendenza

REDAZIONE SPORT

L’avvio di campionato dei biancorossi è stato al di sotto delle peggiori aspettative: un punto in quattro turni e il penultimo posto addirittura in solitudine precedendo proprio i blucerchiati

Nuove idee per invertire la tendenza. Inutile girarci attorno: per il Bari il match di domani contro la Sampdoria non sarà certo «ordinario». L’avvio di campionato dei biancorossi è stato al di sotto delle peggiori aspettative: un punto in quattro turni e il penultimo posto addirittura in solitudine precedendo proprio i blucerchiati. Imprescindibile, pertanto, centrare la prima vittoria stagionale, rivitalizzare la classifica e provare a dare impulso ad un torneo su cui l’intero ambiente riponeva e ripone grandi aspettative: dalla proprietà chiamata a rilanciare un progetto deludente nelle ultime due stagioni, all’intera area tecnica chiamata ad una prova d’appello, fino ad una tifoseria che attende soltanto un cenno per riprendere entusiasmo e frenare un’apatia preoccupante.

Fin troppo evidente, tuttavia, che, oltre i risultati, finora sia venuto meno l’impianto pensato da Fabio Caserta: il 4-3-3 con cui è partito il tecnico calabrese fin qui si è mostrato privo degli opportuni equilibri e al contempo poco pungente. D’altra parte, i numeri che ricordano gli otto gol subiti (peggiore retroguardia cadetta con la Sampdoria) e i soli due realizzati (l’attacco meno prolifico della B in condivisione ancora con la formazione genovese, nonché con lo Spezia) inchiodano inesorabilmente l’assetto dei Galletti. Che, peraltro, sono apparsi persino in regresso nel doppio viaggio Modena-Palermo, concluso senza reti all’attivo e con ben cinque centri incassati. Il mister di Melito di Porta Salvo, dunque, sta studiando soluzioni differenti in vista del match che potrebbe scandire anche il suo futuro. Perché se da un lato la società continua a riporre assoluta fiducia in lui e la squadra non perda occasione per sottolineare la sua importanza nella gestione del gruppo, dall’altro il riscontro del campo resta giudice supremo. E non battere la Sampdoria potrebbe aprire profonde riflessioni nonostante i successivi impegni ravvicinati con Entella (martedì a Chiavari) e Padova (sabato 4 al San Nicola).

LE NUOVE OPZIONI Non è mai stato un integralista, Caserta. Tuttavia, è indubbio che il 4-3-3 sia il modulo in cui si riconosce. Più volte l’allenatore biancorosso ha ricordato, ad esempio, come lo scorso anno abbia adottato il 3-5-2 a Catanzaro stravolgendo la sua idea di partenza. Probabilmente non vorrebbe tornare sui suoi passi anche a Bari. Ma la stretta attualità impone accorgimenti. E allora, ecco che si affaccia nuovamente l’ipotesi di ricorrere alla difesa a tre. Due i sistemi di gioco sperimentati: il 3-4-2-1 e il 3-5-2. Il ragionamento di base è il medesimo: inserire un difensore in più per irrobustire il reparto e al contempo offrire maggiore copertura ai due laterali (Dickman e Dorval) che hanno il punto di forza nella fase di spinta accusando, invece, qualche sofferenza di troppo in fase di contenimento. Nel primo caso, sarebbe sacrificato un centrocampista, nel secondo un uomo appartenente al reparto avanzato. In ogni caso, si tratterebbe di una base più votata alla prudenza, in caccia di punti e concretezza prim’ancora dell’estetica.

CON IL 3-4-2-1 La formazione base, dunque, vedrebbe l’ingresso di un ulteriore centrale: al momento, più Meroni di Pucino o del giovane Kassama, peraltro nemmeno convocato a Palermo. L’ex Cosenza si sistemerebbe da «braccetto» destro, con Vicari in mezzo e Nikolaou sul centro-sinistra. Nel gioco di un’alternativa per ruolo in un organico pensato per il 4-3-3, la retroguardia si ritroverebbe «corta» a livello numerico. Pucino tornerebbe tra i possibili centrali, come d’altra parte è stato già impiegato lo scorso anno, mentre il sesto componente sarebbe il giovane kosovaro Marvraj, aggregato in prima squadra, ma mai utilizzato. Dickman e Dorval avanzerebbero di qualche metro comunque con il compito di coprire per intero le corsie. Il dubbio maggiore, però, riguarderebbe il centrocampo: Verreth, Braunoder e Darboe sarebbero i potenziali candidati. Tuttavia una mediana a due presuppone intensità, ritmo e grande dinamismo. La sensazione è che un calciatore d’ordine come Verreth, unico regista puro della rosa, ma meno avvezzo a corsa e ripiegamenti, possa finire inevitabilmente con il soffrire. Un aiuto in tal senso potrebbe arrivare da uno dei trequartisti: Castrovilli (che con questo modulo si sposterebbe più avanti) possiede movimenti e intelligenza per abbassarsi e contribuire al lavoro in seconda linea, ma non bisogna dimenticare l’esigenza di gestire sul piano fisico il 28enne ex azzurro, forse non ancora pronto per essere sovraccaricato da mansioni sfiancanti. Dunque, non sarebbe da escludere un centrocampo più muscolare con Darboe e Braunoder in partenza. Per il resto, l’organico barese è composto da esterni piuttosto ibridi che ben si possono riciclare da trequartisti: i vari Sibilli, Partipilo e Antonucci probabilmente trarrebbero persino giovamento da una posizione più accentrata, così come Pagano che dagli attuali compiti di mezzala, potrebbe agire in un ruolo che forse gli è persino più congeniale. Discorso un po' diverso per Rao che predilige agire più largo e potrebbe anche rappresentare una soluzione più d’assalto da laterale a tutta fascia, anche per costituire un’alternativa a Dickman che, di fatto, a quel punto mancherebbe.

CON IL 3-5-2 Se proprio dev’essere cambiamento, questo assetto potrebbe rivelarsi la traccia più funzionale. Innanzitutto perché Caserta ha lavorato per l’intero campionato scorso sui meccanismi del 3-5-2, ma anche perché in questo modo potrebbe trovare equilibri e soluzioni ruotando le risorse a seconda delle esigenze. Innanzitutto, il centrocampo tornerebbe a tre, come quello attuale. Verreth, quindi, riprenderebbe ad essere il vertice di costruzione, protetto da due mezzali. In tal caso, il tecnico calabrese potrebbe optare tra la scelta più «muscolare», ovvero Braunoder e Darboe insieme da interni senza dimenticare che entrambi sanno disimpegnarsi anche da mediani puri e potrebbero quindi fungere da alternativa allo stesso Verreth, oppure inserire almeno un’opzione qualitativa su una mezzala, attingendo ai vari Castrovilli, Pagano o Maggiore. Non solo: probabilmente si ridurrebbe l’isolamento della prima punta. Spesso in questi primi quattro turni, Moncini ha dovuto combattere da solo contro le difese avversarie. Ebbene, con tale modulo, si potrebbero vedere due attaccanti più vicini e non è detto che la scelta si limiti alle sole punte pure (Gytkjaer, Moncini e Cerri) perché Sibilli, Partipilo e Antonucci spesso hanno agito in prima linea. Quindi, Caserta avrebbe l’opportunità di scegliere una prima linea più «pesante» oppure una più dinamica affiancando ad uno dei centravanti un elemento più tecnico e fantasioso.

Fin qui, le ipotesi al vaglio. Eppure, non è detto che il tecnico biancorosso viri subito sulla «rivoluzione» tattica. Potrebbe, infatti, concedersi un’altra chance con il 4-3-3 di partenza, magari corretto in alcuni interpreti. La certezza, in fondo, è solo una: qualunque sia l’abito da indossare, il margine d’errore è già ridotto a zero. 

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