serie b

Darboe e quel Bari incompiuto «Ma i risultati non dicono tutto»

pierpaolo paterno

«Dal Gambia all’Italia sono stato fortunato non lo consiglierei...» E ancora: «A centrocampo ho giocato ovunque, mediano o mezz’ala»

BARI Acquistato a titolo definitivo lo scorso primo settembre, Ebrima Darboe prova a ritagliarsi un posto di riguardo nel centrocampo del Bari. Gambiano di Bakoteh, il mediano classe 2001 porta in dote i primi 58’ giocati con la maglia biancorossa coincisi con la sconfitta di venerdì scorsa a Palermo. Il tempo per iniziare a carburare nel motore acceso da mister Caserta con la speranza di ritrovare forza, condizione e concretezza che - in parte - ne hanno contraddistinto il recente passato. Dell’anno scorso a Frosinone eredita due gol in 26 partite. Poi, stagione finita il 13 aprile scorso per una operazione al piede che lo tiene lontano dal campo nelle ultime cinque gare ufficiali. Prima della partentesi laziale, spiccano i quattordici gettoni di presenza e ancora due reti nel 2024 con la casacca della Sampdoria che - quindi - sabato sfiderà da ex.

Condizione fisica che rappresenta una priorità per tornare a fare di più e meglio: «Come sapete - le parole di Darboe nella conferenza stampa di ieri - l’ultima stagione è finita con un infortunio al piede. Mi sono ripreso, ma ho saltato tutta la vacanza. Ho iniziato la stagione con la Roma, facendo lì tutta la prima parte del ritiro. Venivo da un campionato dove avevo giocato solo pochi minuti perché non stavo bene. Per fortuna, ora sono quasi al 100%. Piano piano sarò pronto».

Il recupero personale cammina in parallelo con quello di un Bari partito ad handicap: «A parte il risultato, la squadra mi ha fatto una buona impressione. Prima di venire qua, già la seguivo. Ho visto molte cose positive e al di là dei risultati credo nella squadra, nei compagni. In allenamento vedo quanto tutti ci mettono il massimo, dal mister al resto del gruppo. Credo che il prima possibile inizieremo a fare risultati positivi». Magari migliorando la mira sotto la porta avversaria ed essendo più propositivi dalla cintola in su. Parametri mancati nel debutto di Palermo, dove grida ancora vendetta un contropiede personale fallito alla fine del primo tempo: «C’è un po’ di rammarico per quel contropiede. Era un’occasione importante nel momento più difficile della partita, perché gli avversari erano partiti molto forte. Abbiamo retto bene. Forse, avrei potuto servire un compagno in quella circostanza. Per un pelo, non è andata come volevo. Siamo molto fiduciosi, cerchiamo di lavorare come stiamo facendo. I risultati verranno presto».

Dal presente a ieri. Qualche retroscena sulla trattativa estiva ed un cenno al contratto triennale: «È stata una trattativa lunga e complicata - ammette -. Ero in scadenza, mi mancava l’ultimo anno. C’è stata l’opportunità di venire a Bari. Conoscevo la squadra, la città e so quanto ci tengono i tifosi. Come a Roma. Dopo aver parlato con mister e direttore, ho capito che il Bari voleva disputare un campionato importante. I miei obiettivi e quelli della società erano uguali. Per questo, la scelta è stata semplice. Io e il Bari vogliamo la stessa cosa, cioè portare la squadra dove merita». Mezzala, mediano e a volte play, Darboe si descrive sul piano tattico: «A centrocampo ho rivestito tutti i ruoli. Ho giocato a due, a uno, come mezzala destra e sinistra. Ho iniziato da mezzala, poi con Fonseca giocavo a due. Idem alla Samp. A Frosinone, siamo partiti a due, poi ho finito da mezzala. Mi trovo molto bene nel Bari, anche se siamo in una situazione per la quale non siamo per nulla contenti. Vogliamo la stessa cosa che volete voi. Del mio ruolo sono contento. Come prima cosa, do il 100% della mia disponibilità al mister che può scegliere dove mettermi».

Il coraggio contro Venezia e Monza si è spento contro Modena e Palermo. C’è da migliorare: «Secondo me - continua - l’approccio giusto non è mai mancato. Sono capitate situazioni nelle quali potevamo fare gol, ma poi lo abbiamo subito. E tutto è cambiato. La voglia di vincere non è mai mancata». Il saluto alla Roma dove, il 15 maggio 2021, è diventato il primo giocatore nato negli anni 2000 a giocare e vincere nel derby della Capitale, partendo titolare nell’incontro con la Lazio: «Per me Roma è stata come una famiglia. Mi hanno preso da ragazzino e mi hanno fatto diventare quello che sono oggi. Non posso che ringraziare tutta la società e tutte le persone che lavorano a Roma e mi hanno aiutato durante quel percorso. Ho imparato da tanti ex compagni ancora in giallorosso e sono cresciuto. Spero di poter fare quello che ho sempre desiderato e sognato».

Nello scorso campionato, è stato compagno di Partipilo a Frosinone. Contatto decisivo per il suo approdo a Bari: «Anthony e Cerofolini erano con me a Frosinone. Ho un grande rapporto con entrambi. Quando hanno saputo che sarei venuto, ci siamo subito sentiti e ho chiesto loro alcune informazioni. Mi hanno parlato molto bene del Bari, dello staff e del mister. Tutto ciò che mi hanno detto si è rivelato vero». Un ragazzo che ce l’ha fatta. E da testimonial dell’Unicef, difende la voce dei migranti: «Come ho sempre fatto, sono ancora impegnato sul tema della migrazione. Un punto molto importante per me. So quello che ho passato. Se posso dare una mano alla gente che ha fatto la mia stessa strada o se posso dare una mano a non farla, lo faccio. Ma non consiglierei nemmeno al mio nemico di compierla. Sono stato molto fortunato».

Buona sorte da attivare in vista del battesimo di sabato al San Nicola contro la Sampdoria: «Sarà una sfida molto interessante, contro una delle mie ex squadre. Non vedo l’ora di giocare davanti ai tifosi baresi. Speriamo bene. Anche la Sampdoria attraversa una situazione complicata. Sarà una partita molto impegnativa e non vedo l’ora di affrontarla. Faremo di tutto per portare a casa i tre punti». Chiosa su un maestro come Mourinho che lo ha allenato a Roma: «Con lui puoi solo imparare tanto. La sua mentalità vincente ti fa crescere non solo da calciatore ma anche come essere umano. In città a Bari? Ho imparato qualche parola in dialetto barese ma non posso dirla - conclude sorridendo -. Mi trovo bene con tutti i compagni. Ho visitato la città, mi è piaciuta».

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