serie b
Bari cerca un cambio di rotta, Caserta non trova la «squadra»
Un punto in classifica e le prestazioni continuano a non migliorare. Difetti soliti: poco equilibrio, difesa da proteggere e centrocampo che va piano
È presto, anzi prestissimo, per pensare di poter tracciare i primi bilanci. Prestissimo soprattutto per una squadra come il Bari che ha scelto la strada della restaurazione totale. Si sapeva che sarebbe servito del tempo, insomma. Per mille e un motivo. Però... e sì, c’è un però. La situazione pare abbastanza ingarbugliata, finanche oltre una classifica che segna uno alla casella dei punti realizzati (due gol fatti, otto subiti... numeri gelidi). Le attenuanti generiche, assolutamente doverose, non possono valere il «silenzio». Bisogna dirsi tutto e pure senza veli.
Il fatto che Caserta abbia bisogno di tempo non esclude che, nel frattempo, la squadra sia in grado di «flirtare» con i risultati. Una squadra ambiziosa, e il Bari ha il dovere di esserlo, si misura anche e soprattutto nella capacità di essere credibile nei momenti di difficoltà. A settembre nessun «motore» va a pieno regime, anche quello delle grandi. Però c’è altro da mettere sul piatto della bilancia. Il senso del collettivo, per esempio. Ecco, l’impressione è che, a oggi, i calciatori biancorossi non siano ancora una squadra. L’alchimia dell’equilibrio non regala ancora garanzie, anzi. Il Bari è «leggerino». Decisamente più tecnico rispetto alla passata stagione ma molto meno squadra, appunto. Con una difesa poco protetta, un centrocampo che deve ancora trovare l’amalgama necessaria soprattutto per una questione di caratteristiche degli interpreti e gli uomini d’attacco che faticano a lasciare tracce di sè.
C’è bisogno di tempo, già. Ma la squadra non migliora. Nonostante Caserta abbia visto progressi rispetto alla a Modena. Opinione rispettabile, certo. Ma condividerla è complicatissimo. Il Bari ha fatto pochissimo a Palermo. Protagonista dell’ennesima partenza al rallentatore (tre occasioni concesse in appena nove minuti) e poi incapace di sfruttare le maglie larghe di un avversario tutt’altro che convincente sul piano del gioco e delle letture nella fase di non possesso. Il Bari crea pochi pericoli e lascia troppa facilità di palleggio. Il Bari prende gol e si sgonfia, questo raccontano le ultime due partite. E non è vero che tutto dipende dal valore (indubbio) degli avversari di turno. Venezia, Monza, Modena e Palermo vantano organici importanti ma questo non giustifica ciò che si è visto in campo. Si può perdere e ci sta soffrire. Troppo poco Bari, inutile continuare a girarci troppo attorno.
Il cambio di sistema di gioco, con il passaggio alla difesa a 3, è stato categoricamente escluso da Caserta che non vede una squadra in difficoltà sul piano tattico. Non resta che prenderne atto, lui sicuramente ne sa più di tutti, tifosi e giornalisti. Intanto a Palermo, però, qualcosa l’ha cambiata. E ci riferiamo alla posizione di Castrovilli. Finto esterno, a tutti gli effetti un centrocampista in più. Il Bari fa poco filtro e questo sicuramente non sarà sfuggito all’allenatore calabrese. Verreth ha geometrie e senso tattico ma poca fisicità, Braunoder sembra meno sul pezzo, Pagano non può essere già un leader e Darboe sta cercando la migliore condizione. Castrovilli più nel vivo del gioco aveva l’obiettivo di togliere al Palermo qualche certezza. Ma non è bastato. Soprattutto nel primo tempo quando la superiorità siciliana è parsa a tratti dilagante. Per ritmo e occasioni create. Un’aggravante aver subito gol nella fase in cui la pressione avversario aveva perso consistenza. Caserta, che stranamente ha visto un Palermo più dominante nella ripresa, ha tirato fuori l’importanza degli episodi. Vero, sui due gol è mancata attenzione. Ma farebbe un errore clamoroso a pensare che il Bari ha perso solo per gli episodi. Cosa dovrebbe dire il Palermo ripensando alle occasioni fallite e alla paratone del bravissimo Cerofolini? Se gli episodi fossero girati a favore la partita sarebbe finita con una larga vittoria siciliana.
Sampdoria e Padova al «San Nicola», la trasferta a Chiavari contro l’Entella. Quando sei a Bari e hai un solo punto in classifica dopo quattro giornate non c’è bisogno di spiegare cosa serve. E anche alla svelta.