serie a
Lecce, i conti non tornano. E i limiti anche «caratteriali»
La sconfitta incassata al «Via del Mare» contro il Cagliari segna ulteriormente un inizio di campionato complicatissimo per la squadra giallorossa
LECCE - Suona forte il campanello d’allarme in casa Lecce. La sconfitta incassata al «Via del Mare» contro il Cagliari segna ulteriormente un inizio di campionato complicatissimo per la squadra giallorossa. La compagine allenata da Eusebio Di Francesco ha racimolato un solo punto nelle prime quattro giornate, grazie al pareggio all’esordio conquistato in trasferta sul campo del Genoa. Dopodiché, sono arrivate tre sconfitte consecutive contro Milan, Atalanta e proprio Cagliari. Ciascun ko ha una matrice diversa, ciascuna partita ha una storia a sé. Ma ci sono dei preoccupanti leitmotiv in quest’avvio di campionato del Lecce, che non possono di certo far dormire sonni sereni ai salentini. E pensare che contro il Cagliari la squadra di Di Francesco era anche riuscita a spianare la strada dinanzi a sé sbloccando il match nei minuti iniziali, grazie al primo gol in serie A del sorprendente Tiago Gabriel.
Per la prima volta in campionato il Lecce è riuscito ad aprire le marcature trovandosi in una situazione di vantaggio, ma poi sono usciti ancora una volta dei limiti che hanno caratterizzato la squadra in queste prime uscite. Già, perché il divario con il Cagliari è parso evidente, malgrado la formazione rossoblu sia ai blocchi di partenza una diretta concorrente per la lotta salvezza. I giallorossi non hanno saputo amministrare il vantaggio, denotando carenze caratteriali piuttosto evidenti. Hanno consegnato il pallino del gioco agli avversari che hanno preso con il passare dei minuti sempre più coraggio, creando sempre più occasioni. I numeri a fine gara non mentono: il Cagliari ha tirato di più, trovando più volte lo specchio della porta, confezionando più palle gol (due pali e almeno un paio di interventi miracolosi di Falcone).
Certo, poi ci sono gli episodi che indirizzano il match. E il momento sliding doors è arrivato poco dopo lo scoccare dell’ora di gioco: da un lato Morente fallisce un clamoroso tap-in di testa praticamente a porta vuota, dall’altro lato, pochi minuti dopo, Belotti conquista e trasforma il rigore dell’1-2. Game, set and match. Ma questo Lecce è apparso davvero troppo fragile, in tutte le fasi di gioco. Sia quando si è trattato di amministrare l’iniziale vantaggio, sia quando è stato chiamato a reagire ai momenti di difficoltà. Nelle due fasi di gioco, la squadra ha evidenziato diversi aspetti negativi. La difesa appare ancora troppo ballerina, alle volte quasi spaccata in due, complice un centrocampo che fa poco filtro. In fase di possesso, invece, la manovra appare lenta e farraginosa: la difficoltà nel riuscire a confezionare palle gol e nell’imbastire azioni pericolose è palpabile. Mancano le giocate qualitative e inizia venire il dubbio che questo possa essere un difetto endemico di una rosa allestita in modo tale da essere completa dal punto di vista numerico, con due alternative per ruolo, ma che in queste prime partite è apparsa evidentemente debole dal punto di vista tecnico.
Guai a lasciarsi andare a giudizi affrettati, questo è certo, ma gli indizi iniziano a essere tanti e rischiano di diventare già una prova. Incidono, probabilmente, anche dei carichi da lavoro ancora da smaltire. Non è un caso se nei tre ko consecutivi il Lecce è andato sempre calando nei secondi tempi, sempre incapace di imbastire una reazione per provare a riacciuffare gli svantaggi. La situazione, insomma, è certamente critica, seppur non irreparabile. Ma bisogna adoperarsi per trovare dei rimedi e delle alternative subito, prima che sia troppo tardi. La serie A per il quarto anno di fila è un patrimonio troppo importante per una società come quella giallorossa e non ci si può permettere di dissiparlo. Perlomeno non senza lottare, come è accaduto nel frangente finale di partita con il Cagliari, dove non c’è stata neanche quella reazione rabbiosa che ci si aspetterebbe da una squadra che lotta per la salvezza, consapevole che ogni punto potrebbe risultare decisivo.
giallorossi, intanto, sono tornati subito in campo ieri mattina al Centro Sportivo di Martignano per un allenamento in vista della gara con il Milan, valevole per i sedicesimi di finale della Coppa Italia, sfida nella quale Di Francesco dovrà fare a meno dello squalificato Banda. Pierret si è allenato regolarmente in gruppo mentre ha proseguito il lavoro personalizzato Marchwiński. Assente Jean. Questa mattina è in programma una sessione di allenamento a Martignano.