Maiellaro parla chiaro: «Bari, rialza la testa»

pierpaolo paterno

Maiellaro, osservatore privilegiato e doppio ex di lusso, offre la sua visione tra ricordi, emozioni e analisi. «Palermo, la garanzia Inzaghi. Servirà la partita perfetta»

BARI - Palermo-Bari di venerdì sera al “Barbera” animerà il palcoscenico di una giornata e di una sfida che promette già emozioni forti. Partita mai banale soprattutto per chi, come Pietro Maiellaro, ha vestito entrambe le maglie lasciando ricordi profondi e indelebili. L’attesa è alta. Da un lato i rosanero, partiti a razzo sotto la guida di Pippo Inzaghi, con sette punti raccolti in tre giornate e un primo posto che alimenta sogni in grande. Dall’altro i biancorossi, ancora alla ricerca della rotta giusta dopo un avvio complicato che li vede fermi a quota uno, appesantiti da due sconfitte brucianti.

Due storie e due percorsi che si incrociano in un momento delicato della stagione, con tutto il fascino e la tensione che soltanto certi appuntamenti sanno regalare. Maiellaro, osservatore privilegiato e doppio ex di lusso, offre la sua visione tra ricordi, emozioni e analisi di un confronto che potrebbe già dire molto sul futuro delle due squadre.

Maiellaro, venerdì andrà in scena Palermo-Bari. Una sfida molto sentita per lei in qualità di doppio ex. Che emozioni le suscita vedere queste due maglie affrontarsi, sapendo che ha lasciato un segno importante in entrambe?

«Ci sono tanti sentimenti e affetti che emergono. Negli ambienti di Palermo e Bari ho trascorso buona parte della mia vita. Penso di aver avuto tanta fortuna ad averle incontrate sulla mia strada. A Palermo l’impatto fu quasi traumatico dopo le parentesi a Varese e Avellino. Vincemmo la serie C con una signora squadra. C’erano Messina, Ranieri, Majo, De Vitis e tanti altri».

Il Palermo ha cominciato fortissimo: 7 punti in tre gare e primo posto in classifica. Si aspettava una partenza così solida dalla squadra di Inzaghi?

«Direi di sì. Inzaghi ormai è un panificatore specialista. Impasta le squadre a modo suo. Un totem per la B. Difficile che non c’entri l’obiettivo».

Al contrario, il Bari ha avuto un inizio complicato: un solo punto e due sconfitte pesanti. Cosa pensa stia mancando ai biancorossi in questo avvio?

«L’avvio è stato in salita. E ora si fa ancora più irto di difficoltà. La condizione di molti giocatori non è ancora al top. Leggo tanti bei nomi, ma molti devono ancora assestarsi ed entrare in forma. E, per giunta, i risultati negativi non aiutano a lavorare in maniera tranquilla. La gente fa finta, ma i tifosi del Bari non aspettano. Credo la tappa di venerdì sia importante. Palermo non è una spiaggia facile dove piantare l’ombrellone».

Conosce bene l’ambiente di entrambe le piazze. A livello psicologico, quanto può pesare per il Bari affrontare una squadra in fiducia come il Palermo, e per di più al Barbera?

«Il fatto che si giochi già venerdì rende le cose meno semplici. I rosanero vengono dalla vittoria in casa Sudtirol di domenica. Sono in vetta e già si sentono una big allenati, tra l’altro, da un allenatore espertissimo della categoria. Inzaghi sa come impostare e affrontare certe gare. Se il Bari non dovesse ancora fare risultato, il quadro si complicherebbe. Per tornare indenni, i biancorossi dovranno sfoderare la partita perfetta. E non mi sembra che, in questo momento, ci siano tutte le condizioni per farlo. Serve la prestazione di Caserta e dei giocatori. Una performance che vada oltre i limiti».

Parlando di allenatori, come giudica finora il lavoro di Pippo Inzaghi a Palermo? E pensa che il Bari abbia fatto bene a cambiare radicalmente guida tecnica viste le difficoltà iniziali?

«Con Inzaghi, il Palermo è andato sul sicuro. Di Caserta ne parlano bene in tanti. Alla fine, però, lavori bene se i risultati ti aiutano».

Secondo lei, il Palermo può davvero puntare alla promozione diretta quest’anno? Quali sono i punti di forza che ha visto nelle prime uscite?

«Se resterà avanti nelle prossime sei, sette partite, il Palermo potrà arrivare in fondo alla vittoria del campionato. Ha giocatori di qualità, fisicamente e tecnicamente con grandi valori. Pohjanpaolo segna ad occhi chiusi. Una squadra di personalità e di sostanza per la B. Ha i giocatori giusti nei ruoli specifici».

Che tipo di partita si aspetta per venerdì sera? Il Bari proverà a difendersi e ripartire, o vede la possibilità di una gara più aperta?

«Il Bari sarà costretto a difendere, cercando di avere fortuna nelle ripartenze e provare a colpire l’avversario. Allo stato attuale, il Bari non può permettersi spavalderie. Devi anche essere fortunato. Per giocare a Palermo non puoi essere né arrogante, né presuntuoso. Bisogna solo muovere la classifica».

Quali giocatori, tra i rosanero e i biancorossi, l’hanno impressionata maggiormente in queste prime giornate? C’è qualcuno che, secondo lei, può diventare decisivo nel corso della stagione?

«Del Palermo ho già detto. Nel Bari, in tutta schiettezza, non ne vedo. Stanno facendo fatica. Condizione e convinzione camminano di pari passo. Lo stress è tanto, almeno quando giocavo io funzionava così».

Tornando al suo passato. Ci racconta un ricordo speciale, uno con la maglia del Palermo e uno con quella del Bari?

«Ne ho tanti. Credo di essere entrato nel cuore della gente. Affetto ricevuto in maniera esagerata e, credo, ricambiato. Ho troppi ricordi personali nel mio cassetto».

Infine, da doppio ex, una domanda difficile: per chi tiferà venerdì sera? O si limiterà a godersi lo spettacolo da grande appassionato di calcio quale è?

«Vedrò la partita con grande coinvolgimento. Nel mio cuore, c’è qualcosa in più per il Bari. Ma il Palermo di oggi è più forte. La squadra di Caserta dovrà fare molta attenzione. A seguire arriverà la Sampdoria, altro test delicato contro un avversario già in affanno».

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