Serie A

Lecce, Stulic si presenta: «Io, il tipico numero 9 voglio imitare Krstovic»

Antonio Calò

«Sono entusiasta di essere un calciatore del Lecce - afferma il serbo -. Con i nuovi compagni, per ora, ho lavorato quattro o cinque volte. Ho grande rispetto delle idee tattiche del nostro allenatore e sono motivato»

Nikola Stulic si presenta ai tifosi del Lecce. Avrà il compito di non fare rimpiangere Nikola Krstovic, passato a quell’Atalanta che domani (ore 15) sarà avversaria del team salentino. Il montenegrino ha dato tanto, per due stagioni, in maglia giallorossa, contribuendo con i suoi gol ed i suoi assist alle ultime due salvezze del Lecce. Ora toccherà al centravanti serbo o, in alternativa, a Francesco Camarda, fungere da terminale offensivo principale della formazione allenata da Eusebio Di Francesco.

I supporter della squadra salentina hanno visto all’opera Stulic nel secondo tempo del match perso in casa contro il Milan. A causa dell’infortunio occorso a Camarda nel finale del primo tempo, infatti, l’attaccante è stato gettato nella mischia nonostante fosse appena arrivato e si fosse allenato con il resto del gruppo un paio di volte.

In un contesto complicatissimo, in quanto il Lecce ha subito ben presto la rete dello 0-1 e la contesa si è messa sui binari più congeniali ai rossoneri, l’ex Charleroi ha lasciato intravedere movimenti interessanti ed ha impegnato Mike Maignan, nell’unica circostanza in cui ha ricevuto un pallone giocabile.

Subito dopo è partito per rispondere alla convocazione della nazionale serba. È rientrato giovedì e sarà a disposizione per la trasferta di Bergamo. Anche prima del faccia a faccia con gli orobici, proprio com’è accaduto alla vigilia della partita con il Milan, Stulic ha avuto modo di lavorare poco con la squadra. Si vedrà se Di Francesco schiererà lui, dal primo minuto, o Camarda.

«Sono entusiasta di essere un calciatore del Lecce - afferma il serbo -. Con i nuovi compagni, per ora, ho lavorato quattro o cinque volte. Ho grande rispetto delle idee tattiche del nostro allenatore e sono motivato a dare il massimo ogni giorno, con il preciso intento di conquistare, tutti insieme, gli obiettivi fissati dalla società. Voglio adattarmi al più presto al nuovo torneo. Ho notato che ci sono delle differenze con il calcio belga. Mi trovo bene sia con il mister che con il resto del gruppo, ma ho bisogno di un po’ di tempo per integrarmi al top sul piano del gioco. Inoltre, intendo imparare l’italiano. Penso sia importante».

Su Krstovic, che lo ha preceduto in giallorosso, dice: «Lo conosco bene ed ho chiesto il suo contatto ad un amico montenegrino. L’ho chiamato ed è stato prodigo di consigli. Con il Lecce ha disputato due grandi stagioni. Per me è un esempio. Non mi resta che seguire i suoi passi».

Circa la posizione che predilige occupare in campo, non ha alcun dubbio: «Sono il classico numero 9, una punta centrale». D’Altro canto, il Lecce lo ha voluto con forza, lo ha inseguito ed alla lunga ingaggiato nella convinzione che possa garantire gol pesanti.

In occasione della recente convocazione con la nazionale croata, Stulic ha avuto modo di chiacchierare del calcio italiano e di Pantaleo Corvino, responsabile dell’area tecnica del club di via colonnello Costadura, con Luka Jovic e Dusan Vlahovic: «Entrambi mi hanno dato delle dritte sulla serie A. Lo juventino mi ha augurato di segnare tanti gol con la casacca del Lecce e mi ha parlato del “direttore”, che lo ha portato alla Fiorentina quando era un ragazzo».

I tifosi lo hanno già conquistato: «Ho percepito immediatamente l’amore che i nostri supporter hanno per la maglia. Avremo modo di festeggiare insieme dei traguardi di rilievo». Per una punta, fare centro è fondamentale. «Voglio realizzare quante più reti è possibile», chiosa.

Di Nikola Stulic, che è stato tesserato a titolo definitivo, Trinchera sottolinea: «Classe 2001, fresco di esordio nel match contro il Milan, ha firmato un contratto quadriennale con opzione per una ulteriore stagione. La trattativa per portarlo a Lecce è stata complessa, in quanto non potevamo definirla senza la cessione di Krstovic, che il montenegrino aveva chiesto prima dell’estate. Non potevamo correre il rischio di avere in rosa tre attaccanti di assoluta caratura. Il centravanti serbo ha voluto fortemente indossare la nostra maglia perché, nonostante su di lui ci fosse l’interesse di altre società europee, ha sposato la nostra causa con grande entusiasmo, aspettando con pazienza che i tempi fossero maturi per concludere l’operazione. Siamo molto contenti di averlo in squadra. Viene da una annata esaltante in Belgio, dove ha firmato 17 gol».

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