serie a

Lecce, l’effetto Falcone nel miracolo salvezza

Antonio Calò

«WladiMuro» determinante anche in una stagione complicata

LECCE - È uno dei calciatori del Lecce che sentono il giallorosso come una seconda pelle, Wladimiro Falcone. Un po’ perché sono i colori della squadra per la quale fa il tifo sin da quando era bambino, la Roma. Ma soprattutto perché con il Salento ha stabilito un rapporto fortissimo. Proprio per questo, il portierone capitolino ha sempre considerato il raggiungimento della terza salvezza di fila in serie A alla stregua di una missione.

Quando, nella stagione in corso, dopo il successo di Parma (che ha dato l’impressione che la formazione salentina avesse intrapreso la strada giusta), le cose hanno preso una piega differente e sono arrivate tredici gare senza vittorie e con pochi punti raccolti, è stato uno di quelli che ne ha risentito di più sul piano della tensione nervosa. Così in qualche match non è stato il portiere para-tutto che, per i suoi interventi, i tifosi hanno soprannominato «WladiMuro». Si sa, quando le cose non girano per il verso giusto, le critiche diventano spesso ingenerose o, peggio, impietose. «Non è più la saracinesca che per due stagioni ha permesso al Lecce di intascare punti preziosi in chiave-permanenza», hanno mugugnato in tanti, in quanto nel calcio abbiamo tutti la memoria corta e dopo avere portato qualcuno sugli altari ci mettiamo poco per trascinarlo nella polvere.

Tra i pali, Falcone è uno dei migliori estremi difensori d’Italia. Ha qualche pecca in uscita e, fatalmente, quando tutto sembra crollare, i difetti rischiano di ingigantirsi. Anche nel primo tempo con il Torino, nella penultima giornata, ha avuto qualche titubanza. L’undici allenato da Marco Giampaolo, però, ha vinto ed ha conquistato il diritto di giocarsi una stagione nei 90’ conclusivi, quelli sul terreno della Lazio. Per la maggior parte degli addetti ai lavori, tra Venezia, Empoli e Lecce, erano proprio i salentini ad avere le minori chance di restare in A, in quanto alle prese con una sfida difficilissima e, per di più, in trasferta. Nel calcio, però, i pronostici lasciano il tempo che trovano e Baschirotto e compagni li hanno sovvertiti, battendo per 1-0 i biancazzurri, espugnando l’Olimpico e brindano ad una storica permanenza.

Lassana Coulibaly ha sbloccato il risultato. Proprio lui che non segnava da oltre due anni. Ma chi lo ha blindato è stato Falcone, autore di numerosi interventi decisivi. Il portierone romano ha saputo ergersi a baluardo invalicabile proprio nella domenica che valeva i sacrifici di una intera annata. Contro la Lazio è tornato ad essere “WladiMuro”. Nulla hanno potuto gli assalti della compagine diretta dall’ex Marco Baroni dinanzi alle sue prodezze.

Dopo il triplice fischio che ha sancito la salvezza del Lecce, la tensione accumulata per settimane si è sciolta ed ha lasciato libero sfogo alle lacrime, che sono state di liberazione e di gioia, la stessa che ha contribuito a regalare al popolo giallorosso, che stravede per lui, per la sua serietà, per la sua dedizione alla causa, per quanto sa garantire in campo.

Davide De Santis, appassionato conoscitore della storia del Lecce ha snocciolato una serie di dati che fotografano alla perfezione cosa ha rappresentato sin qui Falcone per il Lecce: «Contro la Lazio ha ottenuto il nono clean sheet stagionale, il che significa che, sotto questo profilo, quella appena terminata si è rivelata la sua migliore annata da quando è in giallorosso. Infatti, nel 2023/2024 non ha incassato reti in sette incontri e nel 2022/2023 in sei». Le sfide del 2024/2025 nelle quali non ha incassato reti, oltre a quella decisiva dell’Olimpico, sono state contro Cagliari (vittoria per 1-0 alla terza giornata), Torino (0-0 alla quarta, in campo avverso), Hellas Verona (1-0 alla decima), Venezia (successo esterno per 1-0 alla tredicesima), Genoa (0-0 alla diciannovesima) e Bologna (0-0 alla ventiquattresima).

Inoltre, nella classifica di tutti i tempi dei portieri del Lecce in serie A, Falcone ha consolidato la sua seconda posizione con 22 clean sheet, alle spalle di Giuliano Terraneo primo a quota 24. L’ex Milan è anche al primo posto per il numero di gare in cui ha mantenuto la porta inviolata in una singola stagione, con 14, nel 1988/1989, ma Falcone è in testa alla graduatoria relativa ai clean sheet ottenuti in trasferta, in giallorosso, con 11.

De Santis segnala come Falcone, nei tre campionati di A, «abbia mantenuto una grande costanza di rendimento per quel che concerne la percentuale di parate effettuate. Nella prima stagione è stata del 73,7% (112 parate su 156 tiri subiti). Nell’annata 2023/2024 del 71,7% (con 119 parate su 173 tiri). Nel torneo appena passato in archivio del 72,4% (con 125 parate su 181 tiri)».

Ultima chiosa: il portierone romano è stato grande protagonista nelle tre salvezze consecutive del Lecce, avendo disputato 114 partite su 114, per un totale di 10.260’ più recupero. Il 30enne capitolino è legato al club presieduto da Saverio Sticchi Damiani sino al 30 giugno 2028. Se dovesse restare sino alla scadenza diverrebbe di gran lunga il portiere più longevo in maglia giallorossa. Un bel traguardo, gloria meritatissima.

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