serie b
Il Bari nel futuro, è già tempo di scelte: rinnovi contrattuali e riscatti per programmare
Il tecnico Moreno Longo e il direttore sportivo Giuseppe Magalini sono vincolati al Bari fino al 2026, con opzione di rinnovo in caso di promozione
BARI - Otto turni per giocarsi tutto, ma è indispensabile cominciare a programmare anche il futuro. L’ultima sosta di campionato è trascorsa: dalla trasferta con la Carrarese in programma domenica al viaggio a Cittadella del nove maggio, il Bari si tufferà in un percorso a tappe forzate. Catanzaro fuori casa, Palermo al «San Nicola», Sudtirol in esterna, Modena tra le mura amiche, quindi a Cosenza e in casa con il Pisa gli altri impegni che dovranno condurre ad un solo traguardo: l’approdo ai playoff. Oggi i Galletti occupano proprio l’ultimo vagone del treno che porta agli spareggi promozione, pertanto l’obiettivo è ancora tutto da blindare.
Eppure, la primavera è già arrivata: allargare lo sguardo alle prospettive è pratica comune a chiunque programmi seriamente. Proprio le pause talvolta si rivelano utili per intavolare dialoghi relativi a rinnovi contrattuali su elementi in scadenza oppure su eventuali riscatti di elementi in prestito. In tal senso, la società pugliese non ha annunciato alcuna ufficialità: discorsi e giri di orizzonti sono stati abbozzati, ma occorrerà raccogliere prontamente i frutti. Il rischio, altrimenti, è che il club biancorosso passi da un’altra rivoluzione dopo quella della scorsa estate.
Un’eventualità che striderebbe non poco con le parole «ricostruzione», «ripartenza» e «ambizione a medio-breve termine», utilizzate costantemente dal tecnico Moreno Longo e dal direttore sportivo Giuseppe Magalini. Il concetto doveva essere chiaro: rimettersi in sesto dopo lo spavento della retrocessione scampata soltanto al playout, poi alzare decisamente il tiro. La proprietà, peraltro, ha sempre parlato con convinzione di playoff: in effetti, non entrare nemmeno tra le prime otto sarebbe comunque un flop. Ad ogni modo, risulta arduo capire oggi quale siano le fondamenta su cui ergere il palazzo delle ambizioni. Il quadro, piuttosto, appare denso di incognite.
14 PRESTITI Il numero appare davvero eccessivo, anche nell’era degli investimenti contenuti. Il Bari non dispone di oltre metà del suo organico attuale: l’unica componente a favore riguarda alcuni diritti di riscatto sugli elementi oggi a titolo temporaneo, mentre gli obblighi in essere scatterebbero soltanto in caso di promozione. Nel dettaglio, l’opzione di acquisire l’intero cartellino sarebbe esercitabile su Cesar Falletti (dalla Cremonese), Costantino Favasuli (dalla Fiorentina che, però, detiene il diritto di controriscatto) e Nunzio Lella (dal Venezia). Su quest’ultimo pare che fosse stato mosso qualche passo per l’acquisto a titolo definitivo, ma i recenti problemi fisici del 24enne originario di Santeramo hanno un po’ frenato i dialoghi. Diritti di riscatto sono previsti anche per Kevin Lasagna dal Verona e Andrija Novakovich dal Venezia: in entrambi i casi esiste anche l’obbligo in caso di promozione in serie A. Tuttavia, un’azione su Lasagna passerebbe inevitabilmente dalla rivisitazione di un ingaggio attualmente altissimo (circa un milione al quale partecipa pure il club scaligero), mentre Novakovich fin qui, frenato anche da un infortunio al ginocchio, ha realizzato appena tre reti. Soltanto l’obbligo di riscatto in caso di promozione è previsto su Giulio Maggiore, altro emolumento «pesante» per ipotizzare sviluppi imminenti. In prestito secco, invece, spiccano situazioni importanti: sarebbe opportuno dare continuità ad un ruolo delicato come il portiere affrontando con il Cagliari la questione Radunovic, così come abboccamenti sono costanti con l’Ascoli per Mantovani che si è rivelato il più affidabile dei difensori. Un evidente potenziale (offuscato da qualche stop di troppo) emerge da Andrea Oliveri, ma l’Atalanta è bottega cara, così come potrebbe tornare ancora utile alla causa Nosa Obaretin, sul quale potrebbe emergere qualche facilitazione data l’appartenenza al Napoli che controlla pure Coli Saco, meno utilizzato da Longo. Per Simic (degli israeliani del Maccabi Haifa) potrebbe essere determinante questo finale di campionato, così come per Favilli che (se trovasse pace dai ripetuti acciacchi) sarebbe un’occasione a parametro zero, andando in scadenza con il Genoa. Infine, Nicholas Bonfanti: sebbene abbia segnato soltanto una rete, il generoso centravanti di proprietà del Pisa si è sempre contraddistinto per sacrificio, movimenti al servizio della squadra e buoni spunti. Ha dalla sua l’età (compirà 23 anni domani) e già una buona esperienza tra i professionisti: varrebbe davvero la pena provare a trattenerlo.
CINQUE IN SCADENZA Della rosa attuale, sono soltanto undici gli elementi di piena proprietà. Quasi la metà, tuttavia, è in scadenza di contratto. Spiccano in particolare, Raffaele Pucino e Ahmad Benali: il primo costantemente coinvolto nelle rotazioni difensive, il secondo è un titolare inamovibile a centrocampo. Per entrambi sono in corso trattative per il rinnovo, ma manca ancora la fumata bianca. Sembra al capolinea l’avventura di Raffaele Maiello, il terzo portiere Davide Marfella avrebbe bisogno di un approdo per riprendere a giocare, difficile quantificare le chance di Nicola Bellomo che comunque avrebbe dalla sua lo status di «bandiera» e non peserebbe sulla lista degli over. Tra gli elementi con vincoli più lunghi, forse l’unica certezza sarebbe Mattia Maita che, però, vanta diversi estimatori in B. Sirene di mercato suoneranno ancora per Mehdi Dorval, mentre Francesco Vicari sta attraverso una travagliatissima stagione, su Gaston Pereiro aleggia lo spettro dell’oggetto misterioso e Tripaldelli non è uscito dallo status di alternativa.
Pochi segnali anche da chi è tesserato per il Bari, ma è in prestito altrove: qualche lampo di Sibilli alla Sampdoria, Matino è utilizzato a singhiozzo dal Cittadella, Manzari fa molta panchina alla Carrarese. In C, Faggi sta trovando spazio al Gubbio, Achik non ha convinto all’Ascoli ed è dovuto tornare a Cerignola per ritrovarsi, Akpa Chkwu colleziona qualche spezzone a Novara. Se la sta cavando discretamente Mane all’Altamura dove è approdato pure Onofrietti (pochi spiccioli in campo fin qui), mentre si vedono poco Lops e Colangiuli a Sorrento. Improbabile che qualcuno dei giovani, dunque, sia pronto al grande impatto.
LONGO E MAGALINI Tecnico e direttore sportivo sono vincolati al Bari fino al 2026, con opzione di rinnovo in caso di promozione. Sul piano contrattuale, dunque, si dovrebbe dare per scontata la prosecuzione del rapporto. Attenzione, però. Perché su Giuseppe Magalini si segnala qualche sondaggio da parte della Sampdoria (che tiene d’occhio pure l’ex allenatore Michele Mignani, ora al Cesena, ma genovese di nascita e blucerchiato per formazione calcistica): nulla di troppo concreto, ma richiami di piazze del genere non vanno mai sottovalutati. Longo, invece, ha compreso fin troppo bene le ambizioni di una piazza che da comparsa proprio non può recitare: l’allenatore torinese ha subito conquistato per chiarezza di pensiero e capacità di dare un’identità ad un gruppo rifondato. Eppure, il decollo «incompleto» ha causato un lieve abbassamento dell’indice di gradimento anche nei suoi confronti. Smontare un’altra volta l’area tecnica sarebbe un autentico azzardo, tuttavia il mister piemontese difficilmente accetterà di restare senza un balzo in avanti sul piano dei programmi. Scontato, però, che ogni cosa cambierebbe (a partire dalla stessa proprietà) se riuscisse una clamorosa impresa. Che il Bari ha comunque il dovere di provare a realizzare.