serie b
Bari, la grande paura e quei playout da brividi
Scelte sbagliate e presunzione nei primi sei mesi del 2024: un anno tra sofferenze e parziali riabilitazioni è appena andato via. E ora ne inizia un altro che dovrà dare risposte
BARI - Un anno tra sofferenze e parziali riabilitazioni è appena andato via. E ora ne inizia un altro che necessariamente dovrà dare risposte: in campo soprattutto fuori. Dopo la mini pausa natalizia, il Bari si rituffa in clima campionato: domenica 12 gennaio, la seconda giornata di ritorno vedrà i biancorossi opposti in trasferta alla Reggiana. I presupposti rispetto alle traversie del recente passato sembrano diversi, ma il raccolto in termini di punti è molto simile. Opportuno, pertanto, compiere un passo indietro per ripercorrere le tappe dell'ultimo percorso e proiettarsi al futuro.
SOLO UN PUNTO IN PIù Gennaio 2024 si apre con un mercato piuttosto vivace: la squadra all’epoca guidata da Pasquale Marino (a sua volta già subentrato a Michele Mignani) deve ovviare ai gravi infortuni di Diaw, Maiello, Koutsoupias, così come Menez (appena rientrato da un altro lungo stop) non riesce a trovare la migliore condizione. Arrivano subito il centrocampista Lulic e l’esterno Kallon, quindi nel corso del mese si aggiungono Puscas (l’uomo sulla carta deputato a far decollare l’attacco) e Guiebre. Il girone di ritorno si apre con il successo rotondo sulle Ternana (3-1): al 20esimo turno (ovvero a parità di giornate con l’attualità), il Bari ha 26 punti (soltanto uno in più rispetto ad ora), ma si trova a due lunghezze dai playoff (mentre adesso è nel perimetro che porta agli spareggi promozione condividendo la sesta piazza con Catanzaro e Carrarese) e conta sei gradini di margine sui playout (ora il vantaggio è di sette punti). Il successo sugli umbri, però, è effimero: segue il pareggio di Ascoli (2-2 facendosi rimontare un doppio vantaggio), quindi la caduta interna con la Reggiana e la netta sconfitta di Palermo (0-3).
SQUADRA NEL CAOS E LE GAFFE DI ADL A inizio febbraio Marino è esonerato: al suo posto ecco Giuseppe Iachini, accompagnato da un investimento cospicuo (1,5 milioni per un anno e mezzo di contratto). Ma soprattutto giunge come un fulmine la più clamorosa gaffe di Aurelio De Laurentiis che definisce il Bari la «seconda squadra del Napoli» e genera la dura contestazione della tifoseria pugliese. La squadra, invece, sembra reagire bene all’evvento del nuovo allenatore: batte Lecco e Sudtirol, i playoff tornano a due passetti , mentre la zona pericolosa è distante ben sette lunghezze. Negli otto turni successivi, però, i Galletti incamerano la miseria di due punti (pareggi con Spezia e Modena) incassando ben sei sconfitte e precipitando al quartultimo posto (insieme allo Spezia), con un sottilissimo cuscinetto sulla retrocessione diretta (due punticini sull’Ascoli).
Siamo a metà aprile: nella sorpresa generale, è esonerato Iachini, rimpiazzato dal tecnico della Primavera Federico Giampaolo, coadiuvato da Vito di Bari, allenatore dell’Under 17, con il ds Ciro Polito (anch’egli nella bufera della contestazione) che diventa una presenza fissa in panchina.
L’INCUBO E IL SOSPIRO DI SOLLIEVO Il decisivo ciclo delle ultime cinque gare comincia come peggio non potrebbe:con il pari interno con il Pisa e la caduta fragorosa nello scontro diretto di Cosenza. Quindi e pari al San Nicola con il Parma (che coglie il punto mancante per la matematica promozione in A) e a Cittadella, infine la vittoria all’ultimo turno di regular season: 2-0 al Brescia già certo dei playoff. Il Bari è terzultimo a quota 41 a braccetto con l’Ascoli e non retrocede direttamente in C soltanto per il miglior saldo (vittoria e pareggio) negli scontri diretti con i marchigiani .
Il destino è nel playout con la Ternana da affrontare dalla posizione più sfavorevole. Dopo l’1-1 del 16 maggio in casa (pur con la spinta di quasi 34mila spettatori), la tragedia sportiva appare imminente. Una settimana dopo al «Liberati», invece, i pugliesi si impongono per 3-0 mantenendo la categoria. Apre le marcature Di Cesare nel giorno del suo 41esimo compleanno con una rete in semirovesciata: il capitano diventa l’eroe della permanenza e chiude la carriera agonistica.
UN’ALTRA RIVOLUZIONE L’estate partorisce una rivoluzione in piena regola: sancita la separazione con Polito (che si accasa al Catanzaro), è ingaggiato il ds Giuseppe Magalini con Di Cesare nei panni di «vice» del dirigente veneto, mentre in panchina è ingaggiato Moreno Longo. Un mercato condotto in pieno equlibrio finanziario porta 15 nuovi elementi, mentre a partire sono addirittura in 25. L’avvio, però, è traumatico: il campionato si apre con i ko contro Juve Stabia e Modena. La truppa di Longo, però, reagisce: dal pari con il Sassuolo al successo sul Cesena inanella 14 risultati utili (cinque vittorie, ben nove pareggi) stabilendosi in zona playoff. I piedi tornano per terra con il tris di sconfitte contro Pisa, Sudtirol e Palermo, riscattati, almeno in parte, dal convincente successo sullo Spezia. Un’altalena che porta sullo sfondo la suggestione dell’interesse della famiglia reale del Kuwait evaporato prima di tramutarsi una trattativa.
QUALE FUTURO? L’anno solare si chiude con prospettive interessanti in campionato, ma la piazza sembra disincantata (la media spettatori è sulle 15mila presenze) e soprattutto non vede una reale prospettiva. La famiglia De Laurentiis lotterà per cambiare la norma sulla multiproprietà? Oppure valuterà soluzioni per vendere? La presunta investitura dell’amministratore unico Luigi De Laurentiis (ora vice presidente della Lega di B) a succedere al padre Aurelio al Napoli o le voci sulla possibilità di ricavare dalla cessione del Bari le risorse per programmare stadio e centro sportivo a Napoli confondono le acque e generano ulteriore malumore.
La clessidra verso giugno 2028 (termine per la dismissione delle multiproprietà, salvo altri colpi di scena) ha perso altri granelli alimentando la madre di tutte le domande: che ne sarà del Bari?