serie b

Il Bari e la luce di nome Cesar Falletti: ecco il «10» che serviva

davide lattanzi

Incombe il mercato, ma lui potrebbe rivelarsi l’autentico valore aggiunto per la seconda parte del campionato

BARI - Incombe il mercato, ma lui potrebbe rivelarsi l’autentico valore aggiunto per la seconda parte del campionato. Finora il Bari si è goduto la minima parte di Cesar Falletti: qualche bagliore, alcune giocate in un contesto scandito da troppe pause. Non a caso, Moreno Longo non ha usato giri di parole: «Mi aspetto di più da chi è chiamato a determinare». Scontato che il riferimento fosse anche al fantasista uruguayano, oltre ad altri elementi di spessore come Lasagna o Sibilli. Eppure, proprio nel frangente più complesso, il 32enne di sudamericano ha estratto una prestazione degna del suo immenso talento. E i biancorossi, provati da tre sconfitte di fila, hanno a loro volta sciorinato la prova più convincente del campionato battendo nettamente lo Spezia terza forza del torneo e infondendo un segnale confortante al torneo: l’affermazione sui liguri è la prima contro compagini che attualmente occupano il perimetro dei playoff. Non è un caso: se gira il genietto di Artigas, l’intera squadra ne trae enormi benefici.

NUMERI DA IMPLEMENTARE Falletti è entrato sul treno dei Galletti già in corsa: acciuffato l’ultimo giorno di mercato in prestito dalla Cremonese, ha esordito a meno di 24 ore dal suo arrivo nella trasferta di Genova contro la Sampdoria, gettato nella mischia nel secondo tempo. In quel frangente, i pugliesi avevano raggranellato appena un punto in tre gare. L’approccio di Cesar è stato convincente: attorno a lui, Longo ha costruito il 3-5-1-1 che ha fruttato le successive vittorie con Mantova e Frosinone, nonché i pareggi (accompagnati da tanti rimpianti per non aver capitalizzato i vantaggi acquisiti) con Cosenza, Cremonese e Catanzaro. La sosta di ottobre lascia l’impressione che il Bari sia in rampa di lancio proprio come il suo trequartista in cerca di continuità dopo una stagione in chiaroscuro. Invece, la luce si affievolisce sul più bello. I biancorossi inanellano altri quattro pari di fila e Falletti esce di scena: resta in panchina a La Spezia, quindi un intoppo muscolare lo tiene fuori con Carrarese, Reggiana e Salernitana, nel giorno in cui torna la vittoria. Rientra per la (sofferta) mezzora finale con il Cittadella, torna titolare a Brescia fallendo un penalty determinante, è ancora in campo dal primo minuto con il Cesena, ma senza lasciare tracce tangibili. Delude anche nelle giornate nere con Pisa (da subentrato) e Sudtirol, quindi a Palermo tocca forse il punto più critico: match infarcito di errori e fuori dopo un tempo. Il bilancio del girone d’andata si attesta su 12 presenze, 714’ in campo, un assist, zero gol. Il ritorno, però, si è aperto per lui con il sole splendente che ha illuminato la città del pallone: rigore procurato e realizzato contro lo Spezia e il tiro a volo che ha propiziato il raddoppio. Un crescendo certificato anche da una fiducia nelle scelte durante i 90’ contro i bianconeri. Nel complesso, non sono ancora numeri «da Falletti», ma potrebbe essere alle porte una nuova svolta.

LA FIDUCIA DI LONGO Da sottolineare la gestione del tecnico piemontese che lo ha incoraggiato anche nelle giornate meno felici: “Il suo talento non si discute, ci farà divertire”, ha rimarcato più volte. E proprio quando lo ha pubblicamente pungolato, gli ha rinnovato la fiducia regalandogli di nuovo la maglia da titolare. Una scelta affatto scontata visto che, in caccia dell’equilibrio perduto e ricercato con una mediana più folta, l’uruguayano, di fatto, è stato preferito ancora a Sibilli, l’altro talento in cerca dei colpi smarriti. La realtà, però, è che Longo in Falletti riconosce quelle qualità speciali che possono risultare determinanti: la visione periferica, l’idea illuminante, la furbizia, ma anche la tenacia tipica degli «uruguagi». Facile immaginare che ora l’allenatore torinese lecitamente attenda un rendimento più costante, ma soprattutto la capacità di determinare che forse soltanto lui possiede in dosi massicce. Il mercato sarà senza dubbio un passaggio determinante nella stagione pugliese: perdere l’occasione di rinforzare un gruppo che, con risorse limitate, comunque resiste in zona playoff sarebbe il più imperdonabile degli errori. Ma il salto di qualità deve venire anche dalle doti fin qui espresse soltanto in parte.

Il fulcro dell’attacco Il peso dell’uruguayano sarà fondamentale anche nell’inquadramento tattico dei Galletti. Perché se davvero si proseguirà nel solco di un centrocampo più folto a scapito di un uomo offensivo in meno (ovvero il 3-5-1-1 al posto del 3-4-2-1 o del 3-4-1-2), allora il numero 19 dovrà necessariamente sdoppiarsi in più compiti: non soltanto qualità e raccordo con la prima linea, ma anche una maggiore continuità sotto porta. Una peculiarità che a Falletti proprio non dovrebbe mancare, in virtù delle doti balistiche nella conclusione da fuori area e nei calci piazzati, sebbene finora non abbia mostrato tale componente del suo repertorio. Il massimo di realizzazioni nel campionato cadetto risale alle otto marcature del 2021-22: se tornasse su uno standard realizzativo simile, garantirebbe un cospicuo balzo in avanti ad un reparto offensivo ancora non all’altezza delle compagini di vertice.

Per riuscirci, servirebbe un girone di ritorno calibrato su quanto ha mostrato contro lo Spezia. Un match che ha ricordato come Falletti abbia le carte in regola per essere il vero trascinatore del Bari. L’uomo in cui riporre sogni e speranza da troppo tempo mortificate.

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