serie a
«Lecce, col Monza anima e cuore. Scontro diretto cruciale, conterà avere cinismo e non concedere spazi»
Antonino Asta ha incrociato la strada del Lecce nel 2015, da allenatore. ««Posta in palio altissima. In gare come questa conta badare al sodo, più che giocare bene»
LECCE - Ha incrociato la strada del Lecce nel 2015, Antonino Asta, da allenatore. Del Monza, invece, è stato sia calciatore, nel 1995/1996 e nel 1996/1997 (prima di arrivare in A e di indossare le maglie di Torino, Napoli, nuovamente Torino ed infine Palermo) che trainer, nel 2012/2013 e nel 2013/2014 (alla sua prima esperienza «vera» dopo il periodo vissuto da tecnico nell’ambito del settore giovanile del club granata). Alla formazione salentina, purtroppo, lo lega anche l’episodio che gli è costato la fine della carriera da atleta. Infatti, il 7 giugno 2003, in un Lecce-Palermo decisivo per la promozione in A si è procurato la rottura dell’astragalo della caviglia destra, infortunio dal quale non si più ripreso del tutto, tanto da dovere dire addio al calcio giocato.
«Nella stagione in corso, ho visto all’opera diverse volte sia la compagine giallorossa che quella biancorossa - dice Asta -. Perché sono un ex di entrambe, ma anche perché sono un uomo di calcio e mi aggiorno. Domenica (ore 12.30, ndc) saranno di fronte al “Via del Mare” in una sfida delicatissima sia per l’undici guidato da Giampaolo che per quel quello diretto da Nesta, che hanno assoluto bisogno di punti nell’economia della lotta-salvezza».
Asta è convinto che il match non sarà godibile sul piano dello spettacolo: «La posta in palio è altissima. Ci sarà quindi la massima accortezza. In scontri diretti di questa portata bisogna badare al sodo. È vero che, di norma, si persegue il risultato attraverso una prestazione di livello, ma senza correre rischi. Al termine della gara, il team che dovesse riuscire ad imporsi non si porrà certo il problema della maniera nella quale è maturato il successo, in quanto contano i punti. Lecce e Monza, di norma, cercano di proporre una manovra che passi attraverso il fraseggio, la costruzione dal basso, ma in questa circostanza potrebbero anche decidere di non essere “belle” e di provare ad indossare i panni delle formazioni ciniche. Da ambo le parti, prevedo parecchio tatticismo ed una enorme attenzione a non concedere spazi. Per salentini e brianzoli conterebbe tantissimo vincere, ma il rovescio della medaglia è costituito dal fatto che non possono assolutamente permettersi di perdere».
L’ex allenatore di Lecce e Monza individua due calciatori-chiave nello scacchiere che verrà predisposto dai due trainer: «Nella rosa a disposizione di Giampaolo è facile individuarlo in Dorgu. Il danese è forte, sta emergendo prepotentemente ed è sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori. Ha fisicità e tecnica. Sulla fascia, con la sua velocità in progressione, è in grado di fare la differenza, sia che venga schierato da esterno basso che da ala. Insomma, ha i numeri per sparigliare le carte. Nell’organico di Nesta punterei su Djuric. Il gigante bosniaco è abile a fare salire la squadra ed è una minaccia costante nell’area avversaria, soprattutto di testa, “spizzando” la palla per i compagni o indirizzandola verso la porta. Resta inteso che il calcio è un gioco d’assieme e pertanto senza una buona prova di tutto il collettivo non si va da nessuna parte».
È lecito chiedersi in che misura il fattore campo potrà incidere sull’andamento della partita. «Parecchio - rimarca Asta -. Al “Via del Mare”, il Lecce gioca sempre in dodici perché il pubblico, con la sua passione e la sua spinta, può fare la differenza. Chi ha giocato a calcio sa bene quale carica arrivi ad un giocatore quando lo stadio è stracolmo e ribollente di tifo. Ebbene, nel Salento oramai è stabilmente così, anche grazie ai circa 22.000 abbonati sui quali può contare la società presieduta da Sticchi Damiani». In coda, la classifica è corta e coinvolge numerose compagini: «È proprio per questo motivo che l’esito degli scontri diretti ha una valenza enorme. Vincendone uno si sopravanzano tre-quattro avversarie. Del gruppone delle pericolanti, tra l’altro, fanno parte anche club come il Como, che in estate hanno speso tanto sul mercato e che ambivano ad un cammino differente. È probabile che i lariani saranno protagonisti anche nella prossima sessione di gennaio, con l’intento di rinforzarsi. Hanno senza dubbio maggiori risorse rispetto a sodalizi come il Lecce. In campo, però, non vanno i soldi e non sempre i risultati arridono a chi ha investito di più».
L’attuale proprietà giallorossa ha mosso i primi passi proprio nel 2015, quando Asta ha guidato il team salentino: «Nell’ambiente c’erano ancora scorie delle stagioni precedenti ma, al di là di com’è andata la mia esperienza, già si capiva che il gruppo dei soci è composto da persone serie e perbene, che hanno a cuore le sorti della squadra e che operano avendo chiaro il percorso da compiere. All’epoca il “diesse” era proprio Trinchera, che attualmente affianca quell’abilissimo responsabile dell’area tecnica che è Corvino. La piazza merita di restare stabilmente in massima serie».