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Calcio, Bartolomucci: «Lecce da applausi Corvino una garanzia»

Fabio Casilli

L'ex giornalista Mediaset: «Questa squadra è in grado di fare cose incredibili»

LECCE - «Il Lecce quest’anno è in grado di fare grandi cose, cose incredibili. Peccato per quel gol annullato per un errore arbitrale contro il Milan». Antonio Bartolomucci, giornalista, leccese doc, per più di 35 anni ha vissuto a Milano (ha lavorato per Mediaset), girando l’Italia e il Mondo come inviato per seguire Mondiali, Coppe internazionali, gare di campionato e quant’altro. Da qualche anno è tornato a vivere a Lecce, riscoprendo luoghi e persone della sua giovinezza. Ora segue la squadra giallorossa da tifoso vero. «Mi dà fastidio se qualcuno pensa che, siccome ho seguito l’Inter per tanti anni, io sia interista - precisa a scanso di equivoci - No, sono tifoso del Lecce e basta. Se c’è l’Inter e non ci sono altre squadre che giocano, mi fa piacere guardarla, ma io sono veramente tifoso del Lecce. Peraltro devo ringraziare il Lecce, perché tutta la mia vita professionale nasce con una trasferta a Messina e la prima radiocronaca nel 1975-76, quando finito il militare, sono rientrato a casa e mi fu chiesto di seguire un derby Lecce-Bari».
Però ammette di non riconoscere più il calcio attuale. «Dopo quanto successo nell’ultima partita - spiega ancora Bartolomucci - temo che il Var sia diventato una bomba a orologeria».

Uno strumento diabolico, lo ha definito il presidente Sticchi Damiani.
«Uno strumento più che diabolico. Io ho conosciuto molto bene il mondo degli arbitri, andavo a seguire la loro preparazione, conoscevo benissimo tutti loro, a partire da Casarin e avevo per tutti il massimo rispetto. Però adesso tutto è cambiato. Ad esempio, non c’è Collina, che avrei preferito vedere tra gli attuali vertici Aia, perché Collina è una garanzia. Ma questa garanzia poi è caduta e mi sono reso conto che non si usa la stessa misura con tutti: di fronte a squadre blasonate, ricche, di un valore più che altro nominale, si cede ad una assurda capacità di mistificare».
Quel gol annullato sabato scorso al Lecce, a parti invertite, non sarebbe stato annullato al Milan?
«Assolutamente no. Ma non l’avrebbero annullato nemmeno all’Empoli, forse, giusto per citare una squadra che può essere considerata al nostro livello».

Passando al gioco e ai risultati, che Lecce sta vedendo lei in questa stagione?
«Una squadra non solo divertente, ma anche un po’ sbarazzina, capace di cose incredibili. Ma il Lecce è stato sempre in grado di fare cose belle, basta ricordare Vucinic, Bojinov. E dietro alle sue scelte ci sono personaggi come Mimmo Cataldo in passato e Pantaleo Corvino nell’attualità. Che, al di là dell’autenticità, hanno capacità incredibili. Come Corvino, ad esempio, non ce n’è. Capacità espresse da lui stesso, che diceva spesso: “Io friggo non con l’olio, ma con l’acqua”».
E qual è il suo giudizio su mister D’Aversa?
«All’inizio della stagione non avevo tanta fiducia in lui, anzi avevo più di qualche dubbio, dovuto però alla mancanza di conoscenza diretta. Poi qualche amico fraterno mi ha fatto notare che D’Aversa era già stato da queste parti, al Casarano. E poi nel momento in cui l’ha scelto Corvino, io ho alzato le mani e ho detto: “Questo è sicuramente bravo”. Ed è bravo, ma ho un suggerimento: in panchina deve essere più tranquillo».

Come calciatore, chi sta dando di più al Lecce?
«Io gli vorrei restituire la considerazione che qualcuno gli ha tolto rispetto alla scorsa stagione e parlerei di Baschirotto come di un elemento fondamentale, una garanzia, una sicurezza. Baschirotto deve tornare ad essere quello che ha fatto innamorare tutta Italia, perché è grintoso, è forte. Così come Pongracic è fortissimo. Nel reparto difensivo il Lecce ha elementi davvero di valore. In attacco, mi piacciono Krstovic e Sansone. Torniamo al fatto che se li ha scelti Pantaleo, sono forti».
Il Lecce si salverà in anticipo o ci sarà da tribolare, per i tifosi, sino alla fine?
«Io per scaramanzia non dico nulla. Però l’ho detto quest’anno ad una riunione alla quale ha partecipato anche il presidente Saverio Sticchi Damiani: del Lecce non ci interessa la salvezza, del Lecce ci interessano l’immagine, il volto, la freschezza, la bravura, il dare tutto per la maglia. Del resto tanti ex giocatori, compreso Beto Barbas, sono tornati tutti qui. E un motivo ci sarà».

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