Dopo il trionfo

Bari, De Laurentiis tra orgoglio e commozione: «Sul 6-0 mi è parso di vivere un sogno»

Davide Lattanzi

Mignani: «Giochiamo anche per questa meravigliosa gente. Tutti bravissimi, giovani ed esperti»

BARI - «Sul 6-0 mi sono chiesto se quanto stessi vivendo fosse reale: mi sembrava un sogno…». È in estasi, Luigi De Laurentiis. La roboante vittoria sul Brescia proietta il Bari in testa alla serie B: è il momento più alto della gestione societaria targata Filmauro. «È stata un’emozione enorme», continua l’amministratore unico biancorosso. «Ho ripensato ai momenti difficili e il primo sentimento va ai tifosi: gestire il Bari è una grande responsabilità, lavoriamo per una città meravigliosa, ma anche per chi ci segue da lontano». Il massimo dirigente dei Galletti ha ben chiari i meriti del felice frangente che vive il club. «Un anno fa - afferma De Laurentiis - siamo ripartiti da zero. E siamo stati bravi a scegliere uomini veri. Mi riferisco al direttore sportivo Ciro Polito che non solo è un abile manager sul mercato, ma un dirigente che segue ogni dettaglio sul quotidiano. Così come Michele Mignani ed il suo staff curano il gruppo preoccupandosi di ogni singolo anche sul piano umano. Il mister vuole coinvolgere ogni effettivo, i ragazzi sanno che se lavorano seriamente, avranno sempre l’occasione di mettersi in mostra: abbiamo uno spogliatoio molto coeso».

Encomiabile, a tal proposito, la carica della vecchia guardia. «L’ovazione per Antenucci e Di Cesare al momento del loro cambio mi ha emozionato. Anche loro rientrano tra le persone con uno spessore umano straordinario. Valerio ha sposato il nostro progetto addirittura dalla D, Mirco dal primo anno in C: ora è giusto che ne godano le gratificazioni. Cheddira? Polito si è impegnato a fondo per confermarlo: in B sta esprimendo il suo vasto potenziale. È un ragazzo sereno, ho seguito il match accanto alla sua famiglia: sono belle persone. Oggi è tutto speciale: dobbiamo assaporarlo fino in fondo. La cadetteria è lunga e difficile, ma siamo partiti con il piede giusto: il Bari può affrontare tutti con coraggio».

Rivolge un pensiero affettuoso alla città del pallone anche Mignani: «Bari ha mangiato tanta roba cattiva: posso comprendere che cosa significhi alzare la testa e dobbiamo farlo con il sorriso. Ma anche con tanta umiltà», dichiara l’allenatore genovese. «Non è facile esprimersi così e battere avversari quotati in questo modo. È meraviglioso percepire l’affetto della gente: i tifosi ci sono sempre stati e il loro amore è arrivato anche in frangenti meno felici. Adesso tiriamo in porta e segniamo, magari capita anche il fuorigioco di un centimetro sul gol annullato al Brescia che avrebbe potuto riaprire la gara. Stiamo meritando quanto sta accadendo per lo spirito, l’impegno e la voglia di un gruppo di grandi professionisti. Però, non dobbiamo dimenticare che sono trascorse solo sette giornate e ne mancano 31: abbiamo il dovere di pensare subito alla gara di Venezia. Siamo una squadra che combatte su ogni pallone: vorrei promettere al nostro pubblico che lo faremo in ogni partita, per meritare questo sostegno unico».

Tra giovani e «vecchietti» davvero non mancano i motivi di soddisfazione: «Se penso al match intelligente giocato da Dorval che era all’esordio o ad Antenucci che insegue il terzino avversario o a come Folorunsho si completa di gara in gara o a Di Cesare a cui tra un po’ ricresceranno i capelli… mi rendo conto del seme prezioso piantato in questa squadra: il merito è dei ragazzi che hanno voglia di seguire un percorso, non dobbiamo smarrirlo. Bari merita tutto il nostro impegno».

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