il futuro
Il ministro Urso accelera su Brindisi: «Riconversione rapida per Cerano»
L’obiettivo: chiudere l’accordo di programma entro marzo 2026. I dubbi dei sindacati sulla riconversione delle ex aree Enel di Costa Morena e Cerano
Prudente soddisfazione da parte dei sindacati, ottimismo delle istituzioni per gli investimenti complessivi stimati in circa 890 milioni di euro in grado di garantire da subito 931 occupati, cui se ne aggiungeranno altri 460 nella fase di realizzazione e 256 dai servizi collaterali. L’imperativo è chiudere l’accordo di programma entro marzo 2026. Poi, quando entreranno a regime i vari comparti dell’indotto, la “seconda rivoluzione industriale” brindisina sarà realtà.
La partita per la decarbonizzazione, e conseguente riconversione delle ex aree Enel di Costa Morena e Cerano, sembra a un punto di svolta. Ieri pomeriggio, nelle sale di Palazzo Piacenti sede del Mimit, il ministro Adolfo Urso ha incontrato istituzioni e parti sociali coinvolte nel piano. Alla riunione, presieduta dal responsabile del dicastero, e dal commissario straordinario per la reindustrializzazione dell’area di Brindisi, il prefetto Luigi Carnevale, hanno partecipato i rappresentanti del ministero del Lavoro, del Mef, del Mase, della Regione Puglia, del Comune di Brindisi, di Confindustria e di Invitalia. L’incontro rientrava nelle attività per la definizione dell’Accordo di programma, strumento decisivo per fissare tempi, interventi, investimenti e impegni delle parti coinvolte.
Invitalia ha avviato un confronto diretto con le dodici aziende titolari dei venti progetti in fase più avanzata. Parallelamente, proseguono le interlocuzioni sulle restanti progettualità, per un totale di 61 progetti distribuiti su 3.280 ettari complessivi. Delle dodici aziende disponibili ad avviare i cantieri sette società possiedono una situazione di cantierabilità avanzata e tre hanno già avviato i propri progetti.
Il ministro Urso è ottimista: «Il nostro obiettivo è portare a termine nel più breve tempo possibile la riconversione produttivo-industriale di un’area così importante e significativa per Brindisi e, più in generale, per la Puglia. Il rilevante numero di progetti presentati è la dimostrazione che la procedura avviata è efficace. Puntiamo a finalizzare l’Accordo di programma entro il primo trimestre del prossimo anno».
Il lavoro proseguirà ora con il completamento della mappatura e l’approfondimento con le restanti aziende che hanno presentato una manifestazione di interesse, così da definire un quadro progettuale completo e pienamente rispondente alle potenzialità dell’area. Dai sindacati, ottimismo ma anche riserve sulla sorte dei lavoratori diretti e indiretti di Cerano. Per il segretario della Cgil Massimo Di Cesare, l’incontro «segna un avanzamento che riconosciamo e apprezziamo, ma non possiamo abbassare la guardia. Brindisi non può vivere di annunci: servono atti concreti». Carlo Perrucci e Fabrizio Caliolo di Uil e Uiltec individuano zone d’ombra: «Si è ribadita la necessità di conoscere cosa ne sarà della centrale Enel. L’azienda ha confermato che i processi industriali legati al phase out sono in programma già dal prossimo 1° gennaio, dureranno fra 24 e 36 mesi e coinvolgeranno gran parte della manodopera attuale anche al fine della salvaguardia occupazionale. Ma sono mancati i dettagli sul preciso numero dei lavoratori coinvolti, le mansioni richieste, il coinvolgimento dell’indotto ed altri dettagli decisivi per il destino di centinaia di lavoratori e famiglie». La Cisal invece ha espresso piena fiducia: «Auspichiamo di considerare di trovare forme di ammortizzatori speciali per Brindisi, per traghettare le maestranze dell’ indotto».