Il caso
Brindisi, spari sotto gli occhi dei bagnanti al Lido Risorgimento: i due accusati davanti al giudice
Un debito sarebbe all’origine della lite finita nel sangue
I brindisini Bruno Rillo, di 62 anni, difeso dall’avvocato Laura Beltrami, e Cosimo Protopapa, di 44, assistito dall’avvocato Ladislao Massari, davanti al giudice Vilma Gilli per la sparatoria del giugno 2024 al Lido Risorgimento.
L’udienza preliminare è fissata per il 18 settembre. Entrambi, agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico, dovranno rispondere dei reati di detenzione illegale di arma da sparo e porto di arma in luogo pubblico e lesioni personali pluriaggravate. In più a Rillo viene contestato il reato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificato a seguito di errore determinato dall’altrui inganno, nonché truffa in danno di ente pubblico poiché Rillo avrebbe fatto redigere a un medico del pronto soccorso dell’ospedale Perrino di Brindisi un certificato di infortunio sul lavoro.
Rillo (anche guardiano notturno del lido) e Protopapa sono i protagonisti della sparatoria avvenuta a Lido Risorgimento il 22 giugno 2024 intorno alle 9, appena all’ingresso dello stabilimento e in presenza dei tanti bagnanti che si apprestavano ad andare al mare.
Fin da subito, come osservò anche la Procura di Brindisi, l’attività d’indagine dei poliziotti della Squadra mobile guidati dal vicequestore Giorgio Grasso ha trovato un muro di omertà e, dunque, scarsa collaborazione sia nei due soggetti coinvolti nell’episodio che nelle persone in quel momento nei pressi del lido.
L’indagine iniziò a delinearsi grazie alle intercettazioni: emerse che il motivo per cui i due si spararono a vicenda (Rillo fu ferito da un colpo d’arma da fuoco sulla coscia destra; Protopapa con una ferita al piede e coscia sinistra) probabilmente era da attribuirsi a un credito che Protopapa vantava nei confronti di Rillo. E quel 22 giugno, come è emerso da una serie di contatti telefonici avvenuti il giorno prima, a incontrarsi dovevano essere Protopapa e il figlio di Rillo. Secondo le indagini, nel 2024 quest’ultimo aveva venduto sei auto alla sorella di Cosimo.
Da qui, secondo il quadro ricostruito dalle indagini, i dissidi sfociati nella sparatoria.