politica
La sanità brindisina è in affanno: «Fallimento della Regione»
«Bisogna rendere attrattivi i posti di lavoro: il personale è costretto a fare turni massacranti, non si possono programmare le ferie e l’ambiente lavorativo non è più a misura d’uomo»
Dopo la pubblicazione della relazione sulle performance dell’Asl di Brindisi, che mette in luce una diminuzione dei posti letto, un incremento della mobilità passiva infra-regionale e tempi d’attesa superiori al previsto, l’Ordine dei medici e il deputato Mauro D’Attis vanno all’attacco dell’azienda sanitaria e della Regione. Secondo Arturo Oliva, presidente dell’Ordine dei medici, l’idea dell’Azienda Zero più volte reclamata dall’assessore regionale Fabiano Amati non rappresenterebbe la panacea di tutti i mali. «L’azienda unica regionale non risolve il problema perché i dipendenti si sposterebbero come pacchi postali - osserva Oliva - e in Italia ci sono state esperienze negative con la programmazione di Area vasta. La carenza di organico non si supera con l’Asl unica. Piuttosto, bisogna rendere attrattivi i posti di lavoro: il personale è costretto a fare turni massacranti, non si possono programmare le ferie e l’ambiente lavorativo non è più a misura d’uomo. A Francavilla Fontana il reparto di Oncologia è a rischio chiusura perché ci sono solo tre medici di turno.
Come si fa a garantire la continuità assistenziale con così poco personale?». Il problema è l’emigrazione - non solo dei cittadini, ma anche dei sanitari - verso altre Asl, che depaupera professionalità e potenzialità delle strutture e professionalità del territorio: «La desertificazione dei servizi la sto denunciando da tempo - aggiunge Oliva rispetto all’incremento della mobilità dei cittadini verso altre province per ricevere prestazioni sanitarie -. Da qualche parte i cittadini devono pure andare, purtroppo spesso non si può aspettare». Il taglio dei posti letto, poi, secondo Oliva è molto più elevato dei 65 dichiarati dall’Asl. «La realtà è ben diversa, i posti letto mai attivati sono più di cento e questo spiega le lunghe attese al Pronto soccorso. Ci sono strutture non attivate: penso a Gastroenterologia, che non è mai stata resa operativa. Penso agli utenti che nel Brindisino non possono essere sottoposti a interventi di cataratta perché ci sono lunghe liste di attesa e carenza di medici e personale». Il deputato brindisino Mauro D’Attis imputa invece i problemi della sanità brindisina al governo regionale. «Andare a centinaia di chilometri di distanza da casa per essere curati è un danno incalcolabile.
Incapacità gestionale - attacca D’Attis - mancanza di visione, immobilismo politico che provoca disagi alle persone e corrode la finanza pubblica: questo è l’esito, amarissimo, della guida regionale e Brindisi non fa eccezione. Anzi, in questa provincia abbiamo avuto, negli anni, uno stato di emergenza cronica che non solo non è stato risolto ma sembra non essere stato nemmeno affrontato. I dati sulla mobilità passiva certificano il fallimento del centrosinistra pugliese e sarebbe interessante sapere che ne pensa l’assessore alla Salute, Raffaele Piemontese. Oltre alla mobilità passiva, i pronto soccorso sono costantemente in tilt, le liste d’attesa sono sempre chilometriche. È evidente - conclude - che il centrosinistra non sappia spendere bene i soldi dei pugliesi ma sia eccellente nel tagliare i servizi e impoverire le casse pubbliche».