ECONOMIA

Da Brindisi la carne per i Paesi islamici: il colosso Siciliani vuole investire nel porto

ANDREA PEZZUTO

Oggi l’azienda pugliese è costretta a imbarcare il bestiame dalla Slovenia

Dal porto di Brindisi carni pugliesi per i Paesi di religione islamica. È il business che vorrebbe attivare la ditta Siciliani di Palo del Colle, che fattura 300 milioni l’anno. Entra gas, esce bestiame. I rapporti commerciali dell’Italia con Libia, Algeria e Turchia diventano sempre più stretti. Con il consumo di carne che diminuisce in Italia, gli allevatori cercano nuovi sbocchi nel Mediterraneo. L’azienda Siciliani esporta già grandi quantitativi di carne macellata verso la Turchia. Ma è costretta a farlo dalla Slovenia. «I Paesi che si affacciano sul Mediterraneo - spiega Siciliani - richiedono carne. Stiamo lavorando molto con la Turchia con la carne macellata, ma c’è domanda anche in Libia, Algeria, Egitto, Tunisia». Ovviamente, la carne di maiale è bandita. Le opportunità sono legate a rapporti diplomatici migliori rispetto ad altre nazioni europee. Si faccia l’esempio dell’Algeria. «Gli algerini - racconta l’imprenditore - vogliono i bovini vivi. Prima l’Algeria si riforniva dalla Francia, ma adesso il governo algerino ha proibito di acquistarli dai francesi e quindi ci stiamo inserendo noi».

La causa della crisi diplomatica in corso tra Parigi e Algeri è riconducibile al sostegno dichiarato dalla Francia al Piano di autonomia per il Sahara Occidentale all’interno della sovranità marocchina: una decisione che ha scatenato la profonda disapprovazione del governo algerino perché «inattesa, intempestiva, controproducente e ingiusta». «Da Brindisi - afferma Siciliani - potremmo raggiungere questi Paesi in due giorni. Attualmente stiamo caricando molte navi dalla Slovenia perché in Italia non ci sono porti autorizzati per imbarcare bestiame. Questi Paesi stanno diventando potenziali acquirenti di carne, che non sia ovviamente di maiale. Vorremmo investire sul porto di Brindisi. Stiamo preparando una manifestazione d’interesse da inviare all’Autorità portuale. Ci serve una banchina dove far scendere il bestiame dai camion e caricarlo sulle navi. Avremmo bisogno di collocare una stalla dove ricoverare gli animali che non dovessero risultare in salute o idonei dopo i controlli sanitari». La posizione strategica di Brindisi agevolerebbe la penetrazione in questi mercati: è certamente più conveniente acquistare bestiame dalla Puglia che dal Brasile, come avvenuto fino ad ora.

Oltre che per lo scalo pugliese, i ritorni potrebbero riguardare anche il comparto degli allevamenti del Mezzogiorno, grazie alla possibilità di fare rete tra i produttori. «Stiamo realizzando tante stalle moderne in Puglia: nei prossimi giorni - conclude Siciliani - ne saranno pronte due da mille capi. Abbiamo posto per 12mila capi e siamo intenzionati a investire e implementare ulteriormente la nostra presenza in Puglia e nel Mezzogiorno».

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