L'incidente
Fasano, investì un giovane sulla litoranea: resta in carcere il 26enne di Pezze di Greco
Il Riesame ha respinto il ricorso dei difensori che puntavano ai domiciliari. Il giovane è accusato di omicidio stradale aggravato dalla fuga e dall’uso di sostanze stupefacenti
FASANO - I difensori puntavano a ottenere i domiciliari con braccialetto elettronico, ma il tribunale del Riesame ha respinto il ricorso e confermato la custodia in carcere per Marco Mola, 26 anni, di Pezze di Greco, arrestato con l’accusa di omicidio stradale aggravato dalla fuga e dall’uso di sostanze stupefacenti. Arresto avvenuto qualche ora dopo aver travolto in auto e ucciso Andrea Catamerò, 25enne di San Vito dei Normanni, nella tarda serata del 4 agosto scorso, lungo la complanare che collega la località ostunese del Pilone a quella fasanese di Torre Canne.
Le motivazioni saranno depositate nel termine di 45 giorni. I difensori dell’indagato, Giovanni Caroli e Pasquale Di Natale, intanto, hanno depositato alla pm della Procura di Brindisi titolare del fascicolo d’inchiesta, Livia Orlando, una memoria chiedendo la nomina di un perito per la ricostruzione cinematica dell’incidente.
Per i legali del 26enne è necessario accertare la dinamica e, in particolare, verificare la posizione del pedone lungo la strada buia: se procedeva nella stessa direzione dell’auto e se camminava al lato della strada. Stando a quanto evidenziato nella memoria, si tratta di aspetti da chiarire ai fini della contestazione e della previsione di una riduzione della pena, così come disposto dal settimo comma dell’articolo 598 bis del codice penale che riconosce una diminuzione - sino alla metà - nel caso in cui l’incidente stradale non sia esclusiva conseguenza dell’azione o dell’omissione dell’indagato. In questo caso, sarebbe possibile presentare istanza per il patteggiamento della pena.
L’indagato è accusato di omicidio stradale aggravato dalla fuga e dall’uso di droga perché quella sera non si è fermato a prestare soccorso dopo essersi accorto di quanto accaduto ed è risultato positivo alla cocaina e ai cannabinoidi, stando ai test.
La giudice per le indagini preliminari del tribunale di Brindisi, Vilma Gilli, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere ha sottolineato la «spregiudicatezza della condotta» che delinea un «fortissimo allarme sociale». Anche perché l’indagato venne denunciato per guida in stato di ebbrezza a giugno 2020, circostanza che evidentemente il Tribunale del Riesame ha considerato ritenendola ostativa ai fini del riconoscimento dell’attenzione della misura.
La gip, infine, non ha colto elementi positivi dalle dichiarazioni spontanee rilasciate dall’indagato in sede di interrogatorio, anche se il 26enne si è detto pentito e fortemente provato dopo essere stato rintracciato nella sua abitazione dagli agenti del commissariato di Ostuni, diretti dal vicequestore Michele Marinelli.