La situazione

Pochi vigili del fuoco: a Brindisi è scontro totale tra sindacati e Capuano

Andrea Pezzuto

«Con l’amministrazione ridotta a metà non posso riorganizzare il servizio». Sciopero del personale proclamato per sabato dalle 9 alle 13

BRINDISI - Prosegue lo scontro tra i sindacati e il comandante provinciale dei vigili del fuoco, che culminerà nello sciopero del personale proclamato per sabato, dalle 9 alle 13. Nelle scorse ore Cgil Vvf, Cisl Fns, Uil Pa, Conapo e Usb hanno diramato una nota per spiegare le ragioni dello stato di agitazione. Le richieste vanno dal potenziamento dell’organico («in tutta la provincia - lamentano i sindacati - ci sono 190 vigili del fuoco operativi a fronte dei 242 previsti») al rinnovamento del parco automezzi. Oltre ai disagi esternati pubblicamente, ci sarebbero però altre motivazioni alla base dello sciopero. Già a giugno, durante il G7, i sindacati attaccarono il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Giulio Capuano, al quale vennero imputati i disagi logistici riscontrati.

Nelle scorse settimane, poi, i rapporti tra le parti si sono incrinati ulteriormente. Le segreterie provinciali hanno imputato al comandante il fatto di essersi rivolto alle segreterie nazionali affinché gli venissero indicati gli interlocutori con i quali intavolare la trattativa sulle condizioni contrattuali del personale: «Non spetta al dirigente stabilire, determinare o chiedere la delegazione trattante ma sono le organizzazioni sindacali, in maniera autonoma, a disporre l’assetto organizzativo più confacente per il confronto», hanno fatto presente le sigle sindacali. Sulla situazione venutasi a creare, prova a fare chiarezza il comandante Giulio Capuano, che tra pochi giorni terminerà il suo incarico a Brindisi. La fine naturale del mandato era prevista nel 2023, ma al comandante è stato chiesto di restare fino al G7, la cui gestione è stata apprezzata al punto da aver ricevuto un elogio formale dal presidente della Repubblica e dall’ambasciata americana.

«La macchina organizzativa della logistica per il G7 - chiarisce Capuano - non spettava al comando di Brindisi ma alla direzione regionale. A me competeva, con tutte le difficoltà legate alla carenza di personale, la funzione operativa: mi era stato chiesto di montare una tenda e un modulo bagni». Venendo al presente, il comandante ricostruisce le cause degli attriti con i sindacati, spiegando che il tentativo di conciliazione è andato a buon fine per cinque dei sette punti trattati. Il punto d’incontro non è stato trovato, invece, sulla riorganizzazione degli uffici: «Con un personale amministrativo al 50 per cento dell’organico, non ho la possibilità di riorganizzare. Al momento non è possibile perché c’è una carenza di organico, bisogna attendere le nuove assunzioni, dopo le quali si potrà dare vita a rotazioni». L’altro punto sul quale non c’è stato accordo riguarda la richiesta di discutere dell’orario di lavoro del personale. «Premetto - spiega Capuano - che la norma prevede l’istituzione di tavoli separati per la discussione delle condizioni del personale direttivo e dirigente da una parte, e di quello non direttivo e non dirigente dall’altra. Ho contattato le organizzazioni nazionali dei sindacati per chiedergli di indicarmi i rappresentanti per i direttivi e i dirigenti e mi hanno risposto che per loro il delegato è lo stesso dei non direttivi e non dirigenti. Questo ha suscitato un forte turbamento da parte delle organizzazioni sindacali provinciali, che si sono sentite scavalcate». Ma c’è un altro aspetto poco chiaro della vicenda.

«I cinque direttivi della pianta organica - prosegue Capuano - non hanno mai manifestato l’esigenza di cambiare il loro orario di lavoro, e quindi si chiedono perché i sindacati vogliano parlare degli orari di lavoro dei direttivi e dirigenti. È obiettivamente una stranezza». Per quanto concerne, infine, i non direttivi e non dirigenti, il motivo del contendere è rappresentato dai funzionari diplomati, ossia gli ispettori antincendio: «In questo momento ci sono cinque ispettori antincendio, di cui due sono rappresentanti sindacali. Non mi hanno mai fatto richiesta formale di modifica del loro orario di lavoro. Ad ogni modo, le organizzazioni sindacali ritengono necessario parlare di questo aspetto. Il fatto è che un funzionario deve prestare il proprio servizio tutti i giorni, e questo nell’interesse dei cittadini. Infatti, chi deve seguire l’ufficio polizia giudiziaria, l’ufficio prevenzione incendi e tutte le specializzazioni deve essere presente ogni giorno. Vi immaginate cosa significherebbe seguire una indagine con la Procura un giorno sì e tre giorni no? Non è confacente con la funzione. Anche se ci fossimo seduti a un tavolo di concertazione, la richiesta - conclude il comandante - non avrebbe potuto trovare accoglimento».

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