il caso
Brindisi, morì per un'emorragia cerebrale, s'indaga per omicidio colposo in ambito sanitario
La vittima, un 39enne di Brindisi, morì nell’ospedale di Taranto il 9 gennaio scorso. Eseguita oggi l’autopsia.
BRINDISI - La Procura di Brindisi ha aperto un 'inchiesta sulla morte del 39enne brindisino Antonio Picciolo, deceduto nell’ospedale di Taranto il 9 gennaio scorso. L'indagine è al momento contro ignoti ed il reato ipotizzato è omicidio colposo in ambito sanitario. Questa mattina il pubblico ministero, Francesco Carluccio, ha conferito l’incarico per l'autopsia, già eseguita dai medici Biagio Solarino e Luigi Chiumarulo. Le indagini sono condotte dai carabinieri dopo la denuncia presentata dalla famiglia Picciolo che si è rivolta a Giesse Risarcimento Danni di Brindisi che, tramite i suoi legali questa mattina ha nominato un consulente di parte per l’esame autoptico.
Il 6 gennaio scorso Picciolo stava lavorando come steward in una discoteca. Poco dopo le 23 accusò un forte mal di testa e con un’autombulanza fu trasferito in ospedale a Brindisi, dove fu sottoposto ad una tac dalla quale emerse un’emorragia cerebrale. Alle 4.40 del mattino venne trasferito d’urgenza all’ospedale di Taranto dove è morto il 9 gennaio. I consulenti della Procura - che hanno chiesto 90 giorni per il deposito della perizia- dovranno, cioè, capire qual è stata la causa, o le cause, e se ci sono state delle eventuali condotte omissive da parte dei medici che abbiano provocato o concorso a provocare il decesso del paziente.
«È ancora troppo presto per dire qualcosa. Riponiamo - commenta Giuseppe Vacca, referente di Giesse - piena fiducia nel lavoro della magistratura e faremo il possibile per stare accanto alla famiglia, consapevoli che eventuali responsabilità sanitarie, nel caso ci fossero, emergeranno durante le indagini».