La vertenza

Brindisi, due incontri per decidere il futuro dei lavoratori Basell

Antonio Portolano

Il primo oggi in prefettura, il 22 a Ferrara. C'è in ballo anche l’indotto delle manutenzioni che ruota attorno allo stabilimento

BRINDISI - Da un lato il futuro della Lyondell Basell a Brindisi, dall’altro quello legato all’indotto delle manutenzioni che ruota attorno allo stabilimento brindisino, con particolare riferimento ai lavoratori metalmeccanici. Ci sono due importanti appuntamenti legati all’evoluzione della crisi della multinazionale della chimica presente a Brindisi che ha annunciato la chiusura di uno dei due impianti presenti nel petrolchimico, il P9T ed il conseguente avvio della procedura di licenziamento di 47 dipendenti diretti della società.

Il primo si tiene oggi in prefettura, dove l’autorità di governo, Michela La Iacona, accogliendo le preoccupazioni sollevate dal segretario generale della Fim Cisl Taranto Brindisi Michele Tamburrano, riceverà il rappresentante delle «tute blu» per discutere delle pesanti ripercussioni che si profilano per l’indotto con la chiusura del P9T fissata per il prossimo 23 dicembre. Il settore metalmeccanico è molto importante perché impiega importanti professionalità legate alle manutenzioni degli impianti che vanno dai carpentieri, ai saldatori, agli elettrostrumentisti e via dicendo. Professionalità ad alto valore aggiunto che vengono messe a dura prova in questo contesto di incertezza.

La Fim Cisl ha già avuto modo di denunciare la sua preoccupazione «questa iniziativa aziendale sta già generando un effetto domino all’interno del petrolchimico di Brindisi, dove, in un quadro nazionale già difficile, in cui le aziende appaltatrici sono martoriate da continue gare d’appalto tendenti al massimo ribasso, questa situazione, con la procedura notificata, rischia di compromettere definitivamente tutto l’intero sistema di piccole imprese, operanti all’interno del petrolchimico e non solo».

Il secondo appuntamento di particolare rilevanza per il futuro di LyondellBasell a Brindisi è fissato invece per il prossimo 22 novembre a Ferrara, «quartier generale» della multinazionale. In questa data è infatti fissata la convocazione del Coordinamento nazionale LyondellBasell. A questo appuntamento prenderanno parte non solo le segreteria nazionali dei chimici di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil e le Rsu, ma anche le loro rappresentanze regionali e provinciali.

Nell’ordine del giorno è prevista nella scaletta una sessione dedicata proprio a Brindisi.

E quello che interessa sapere ai sindacati è proprio quale sarà il futuro a Brindisi del colosso della chimica, dal momento che la preoccupazione, è proprio quella legata al fatto di un progressivo disimpegno con la chiusura anche del secondo impianto, il PP2 su cui si concentra la maggior parte della forza lavoro. La preoccupazione è legata anche al fatto che al momento non risulta ancora rinnovato il contratto di fornitura di materia prima con Versalis previsto in scadenza per il 2025. E questo uno dei fattori per i quali i sindacati di categoria temono un «effetto domino» che possa a cascata coinvolgere le aziende che dapprima ruotano attorno al petrolchimico di Brindisi che si ritroverebbe ad essere l’epicentro di un terremoto per tutta la chimica di base che, partendo dal capoluogo messapico avrà riverberi anche a livello nazionale. È per questo motivo che da mesi i sindacati invocano un confronto con il governo, per comprendere quali sia la politica industriale su un settore strategico dell’economia nazionale, che finora è stato negato. 

Privacy Policy Cookie Policy