La memoria storica
Ceglie Messapica, ecco i protagonisti che presero parte alla guerra di Liberazione
Una ricerca dei cegliesi protagonisti della guerra di Liberazione condotta dal generale Domenico Strada, ufficiale dei carabinieri in pensione
L’80simo anniversario della resistenza che cadeva lo scorso 6 settembre è stato l’occasione per una ricerca dei cegliesi protagonisti della guerra di Liberazione, condotta dal generale Domenico Strada, ufficiale dei carabinieri che da quando è in pensione ha potuto dare spazio alla passione per lo studio del recupero della memoria storica della città messapica.
Il generale ha attivato la sua ricerca sui partigiani cegliesi. «La consultazione del portale partigianiditalia.cultura.gov.it – premette Strada -, accessibile dal 15 dicembre 2020, mi ha consentito di rilevare i nominativi dei partigiani, patrioti e benemeriti riconosciuti come tali dalle varie commissioni regionali istituite con decreto legislativo luogotenenziale n. 518/1945; proprio al fine di vagliare le singole posizioni di coloro che avevano dato il loro contributo alla guerra di Liberazione, sono state individuate le tre qualifiche rappresentative dell'importanza dell'apporto fornito e dei rischi sostenuti».
Fatta questa doverosa premessa, al generale Strada sono risultati ben 22 i cegliesi ai quali è stata riconosciuta la partecipazione in formazioni partigiane, così come riportato nel sito ufficiale «partigiani d'Italia».
«Visionando il sito in questione – afferma Strada – ho potuto acquisire le schede relative alle tre categorie e riguardanti i cegliesi diciamo così censiti ufficialmente».
Da tale studio risultano per la categoria «Partigiani combattenti» Angelo Biondi (1912), fucilato dai tedeschi in Amandola il 2.10 1943, battaglione Batà operante nelle Marche; Pietro Barletta (1920), divisione Garibaldi Natisone, operante nel Triveneto; Antonio Casale (1911), 66ª brigata Garibaldi operante in Emilia Romagna; Cataldo Ciniero (1919), Comando zona Marche servizio Avio Lanci; Cataldo Elia (1915), operativo nell'insurrezione di Napoli del settembre 1943; Giovanni Faggiano (1913) nome di battaglia Leopardo, 2ª divisione Garibaldi Felice Cascione, operante in Liguria; Rocco Fumarola (1922) nome di battaglia Fiore, 4ª brigata Garibaldi divisione Bevilacqua, operante in Liguria, e Domenico Ligorio (1910) brigata Garibaldi Gramsci operante in Umbria.
Nella categoria «Patrioti» risultano Antonio Andrisani (1920), nome di battaglia Pippo, 1ª divisione Langhe - 2ª brigata, operante in Piemonte; Cosimo Bellanova (1906), 22ª brigata Squadra Azione Patriottica (SAP) Martinelli, operante in Piemonte; Pietro Colucci (1904), Fronte Militare Clandestino di Roma; Gaetano La Corte (1914) carabiniere reale, 5ª divisione Monferrato operante in Piemonte, fratello del maresciallo Ccrr Vito La Corte, Medaglia d'Argento al Valore Militare caduto in combattimento in Etiopia il 5.6.1941, e Francesco Occhibianchi (1914), nome di battaglia Cecchi, 9ª divisione Giustizia e Libertà brigata Tamietti, operante in Piemonte.
Tra i «Benemeriti» solo Settimio Monetti (1920), nome di battaglia Volo, brigata Garibaldi Ennio Carando operante in Piemonte.
«Dagli studi e ricerca da me condotti – aggiunge il generale Strada - ho scoperto quei cegliesi riconosciuti partigiani combattenti dalla commissione Estero». Si tratta di sei partigiani: Giovanni Caliandro (1923), Donato Argentiero (1923), Giovanni Conte (1920), Vito Epifani (1921), Antonio Leporale (1922), Pietro Nannavecchia (1910) e Giuseppe Chirico (1921).
Insomma, una ricerca che recupera una fetta importante della storia che ha visto protagonisti dei cegliesi. «Per rispetto della loro memoria - sottolinea Domenico Strada - sarebbe auspicabile che tale elencazione venisse implementata con l'aiuto dei cittadini che detengono ulteriori documenti sia su essi ovvero su altri combattenti sia civili che militari».
In questo novero vanno inseriti anche i soldati cegliesi che, all'indomani della proclamazione dell'armistizio come Italiani Militari Internati hanno opposto la loro sofferenza nei lager nazisti alle offerte di rientro in Italia, nonché quelli inquadrati nei reparti regolari del Regio Esercito, che hanno combattuto contro i nazi-fascisti privi di ordini già nel settembre-ottobre 1943 e successivamente a fianco degli alleati sino al 25 aprile 1945 inquadrati nel Primo Raggruppamento Motorizzato, nel Corpo Italiano di Liberazione (CIL) ed infine nei Gruppi di Combattimento Cremona, Legnano, Friuli, Folgore, Mantova e Piceno.
«Con la consapevolezza che tenere viva la memoria storica degli anni bui dell'ultima guerra – conclude il generale - contribuisce a rafforzare i valori della democrazia e dell'antifascismo, si attende il contributo di tutti i cittadini cegliesi per raccogliere e conservare questo importante patrimonio culturale».
Auspicabile sarebbe anche che l’Amministrazione comunale, e per essa l’assessorato alla Cultura, sostenesse e affiancasse il generale Strada che non fa altro che rendere un servizio all’intera collettività nel recuperare una memoria storica che, altrimenti, resterebbe nell’ombra.