Letture
«Nessun nome», opera prima di Francesco Perrone
Il primo volume di una storia proposta secondo i canoni della cultura fantasy
Nessun nome di Francesco Perrone, tra immaginazione e fantasia per un ritmo che mai si perde. Sono 406 le pagine di una storia densa di personaggi, se contiamo anche i ringraziamenti che pure vale la pena di leggere per farsi un’idea dell’autore.
Giovanissimo, classe 2000, è un artista a tutto tondo. Nel tempo libero scrive testi per canzoni oltre che dilettarsi con la musica e il canto, non solo in quanto studente alla facoltà di Dams presso l’Università di Torino, ma per piacere e attitudine. «Nessun nome» narra di adulti e ragazzi in un intreccio che attraverso il genere fantasy vuole consegnare i valori alla base del vivere civile, non ultimo, la famiglia. È da un orfanotrofio che prende le mosse la prima scena. Hope, la protagonista, ad un certo punto della sua vita, a 16 anni, si lascia divorare da un irragionevole senso di oppressione e coglie l’occasione di affacciarsi al mondo, abbandonando ciò che aveva ritenuto famiglia sino ad allora.
«Fuori da quella che ha imparato a definire casa, niente è come ciò che ha letto nei libri», si legge. Ma cosa vuole insegnare Hope, questa ragazza dal nome così significativo? «Hope che in inglese significa “Speranza” – precisa Francesco Perrone – rappresenta la chiave per la salvezza di un mondo intero. Il primo capitolo di questa storia che si svilupperà in tre volumi vuol essere un primo momento di esplorazione all’interno di un’avventura che porta con sé la familiarità del paese delle meraviglie di Lewis Carroll con un twist dai toni dark fantasy. Le creature più celebri della cultura fantasy degli anni 2010 si uniscono alla classicità dei personaggi di Carroll in uno young adult indirizzato, sì, agli adolescenti, ma con tanto spazio anche per essere fruibile dagli adulti».
La prima opera un fantasy, una scelta non ovvia e non semplice. «Il fantasy – aggiunge l’autore - è un genere che da sempre è stato capace di attrarmi ed emozionarmi per la sua peculiare capacità di parlare delle persone attraverso filtri colorati e pieni di magia. Con il mio romanzo io ho voluto un po’ fare lo stesso, raccontando di famiglia, di amicizia, di perdita e di crescita attraverso una narrazione apparentemente tutta basata sull’intrattenimento - come tanti credono che sia questo genere - ma che nasconde messaggi ampi e universali che spero siano capaci di raggiungere il cuore di chi legge».
Tra i personaggi non mancano i vampiri e tanti mostruosi segreti diventano il fulcro da svelare alla ricerca di sguardi nuovi sul mondo, orizzonti da colorare alla ricerca della propria identità. Così è per Hope che vive in prima persona il desiderio di sovvertire le regole, quelle che hanno costituito il suo modo di intendere la sua esistenza sino a quel momento. Ma fino a dove potrà spingersi, pur di conoscere davvero se stessa? Nella lettura incalzante non si avrà il tempo per fermarsi a riflettere, tanto sarò il desiderio di completare il racconto e capire la storia, sino alle ultime pagine. Lì Francesco Perrone svelerà il perché delle scelte e delle decisioni prese dai personaggi.