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Depositi al porto, gli ambientalisti accusano Comune e Provincia
«Abbiamo più volte chiesto posizioni chiare e di assumere atti formali»
BRINDISI - È presto per dire se si tratti di un corto circuito o di una rottura: di certo la parola «tilt» è comparsa su un ideale monitor, che lega l’esperienza di ideali comuni fra una considerevole ed autorevole parte del mondo ambientalista brindisino e il movimento politico, che ha conquistato, con il sindaco Rossi ed il suo movimento (un altro che lo ha appoggiato in campagna elettorale non è più in sintonia), il governo cittadino nel capoluogo.
L’ultima nota dal titolo «Deposito Gnl Edison: doveri istituzionali negati» e sottoscritta da «Forum Ambiente Salute e Sviluppo», «Italia Nostra Brindisi», «Legambiente Brindisi», «No Tap Brindisi», «Salute Pubblica», «WWF Brindisi», pur non nominando mai per nome e cognome gli amministratori criticati, non è che edulcori la pillola o sia meno pesante, anzi. Il documento offre alcune valutazioni decisamente considerevoli, sia nei riguardi di Brindisi Bene comune e del sindaco Riccardo Rossi, sia nei riguardi del suo successore alla guida della Provincia, Toni Matarrelli.
«Abbiamo più volte chiesto alle Amministrazioni, comunale e provinciale, di esprimere posizioni chiare e di assumere atti formali in merito al succedersi di progetti riguardanti il porto di Brindisi», è l’esordio del documento, nel quale le associazioni firmatarie riconoscono che «oggi è praticamente impossibile trovare quelle condizioni che consentirono a Domenico Mennitti, a Michele Errico e Nichi Vendola di superare logiche di appartenenza politica ed interessi personali e di parte, per lottare insieme in difesa dei reali interessi della città e del suo territorio contro, nel caso specifico di allora, la realizzazione del terminal di rigassificazione a Capo Bianco, ma non è accettabile che si assumano atteggiamenti "pilateschi" se non “pirateschi” o che si assista ad un’assordante silenzio che fa più rumore delle prese di posizione di quanti, oggi come in passato, sono pronti ad asservire il territorio e il porto agli interessi di pochi».
Insomma forse per carità di patria, per un comune passato di impegno socio-politico non si fanno nomi e cognomi, ma tirare in ballo i due Enti locali brindisini non è che allontani di molto l’attacco al sindaco che peraltro è stato presidente della Provincia dal 31 ottobre 2018 al 6 marzo di quest’anno: gli enti sono persone giuridiche ma da sempre recano nome e cognome di chi li guida. E sciorinando tutte le cose che secondo le associazioni non vanno nel decreto di approvazione del deposito costiero di Gnl nel porto, si insiste nel considerare «non ammissibile alcuna giustificazione o alcun atteggiamento “piratesco” alla luce della mancata adozione di pareri tecnici e di atti formali».
E questo a maggior ragione - secondo le associazioni ambiantaliste - perché le «elezioni politiche richiamano l’attenzione sulla politica e sulle istituzioni» ed «è necessario che le due Amministrazioni richiamate ed i partiti chiariscano in modo netto e inequivocabile le loro posizioni e la mancata adozione di pareri e di conseguenti atti formali». Insomma, un invito ad uscire dal magma informe, da una palude che non aiuta i cittadini a capire a chi accordare fiducia quando si recheranno a votare.