L'operazione

Erano stati interdetti ma continuavano a gestire il business: a Barletta nuovo arresto per i titolari della Chogan

Erano finiti in carcere a maggio 2024 nell'ambito di una indagine per reati tributari in cui fu eseguito anche un maxisequestro di beni per oltre 350 milioni di euro

BARLETTA - Nonostante siano indagati per reati tributari e raggiunti da misura interdittiva che vietava loro di svolgere le rispettive professioni, imprenditore uno e commercialista l’altro, avrebbero continuato «a gestire le società finite sotto amministrazione giudiziaria». Per questo i due, entrambi di Barletta, sono agli arresti domiciliari. Si tratta di Pietro Luigi Scricco, commercialista di 64 anni, e di Michelangelo Paradiso, 53enne rappresentante legale della Chogan, società specializzata nel multilevel marketing per la commercializzazione di cosmetici che nel maggio dello scorso anno sono stati iscritti nel registro degli indagati assieme ad altre persone per associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, riciclaggio e autoriciclaggio, oltre a reati tributari e fallimentari.

All’epoca dei fatti, sono stati raggiunti da misura cautelare in carcere, affievolita prima in arresti domiciliari e poi in interdizione. Ma, stando a quanto accertato dai finanzieri, avrebbero svolto le loro mansioni violando le prescrizioni e gestendo la società che era in amministrazione giudiziaria. Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche sarebbe stato inoltre accertato che «la società per azioni coinvolta ha utilizzato anche nel corso del 2023, fatture per operazioni false per un valore di oltre 4 milioni di euro». «Gli amministratori di fatto dell’impresa hanno emesso fatture false un importo di circa 13,7 milioni di euro - spiega la guardia di finanza in una nota - configurandosi come venditori porta a porta e in quanto tali sottoposti ad un regime impositivo particolarmente agevolato, pari a circa il 18% in luogo dell’aliquota massima, per quei profitti così ingenti, del 43%».

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