Femminicidi

Oggi ad Andria i funerali di Enza Angrisano: uccisa dal marito a coltellate

Rito riservato, niente reporter. Parole e azioni, il 6 gli uomini sfileranno con mani legate e una benda sulla bocca

ANDRIA - Saranno celebrati oggi alle 15.30 i funerali di Vincenza Angrisano, la mamma di 42 anni uccisa a coltellate martedì sera dal marito Luigi Leonetti, che non voleva accettare la loro separazione.

Il primo cittadino Giovanna Bruno ha invitato la cittadinanza ad evitare forme di spettacolarizzazione: per volere della famiglia alla cerimonia non saranno ammessi operatori televisivi e giornalisti. In occasione delle esequie è stato proclamato il lutto cittadino.

«Al di là di quanto indicato in ordinanza dispositiva del lutto cittadino -sottolinea la Bruno-, cui chiedo di attenersi, mi preme far giungere a tutti l’esigenza di ritrovarci come Comunità presente e silenziosa, nel rispetto della vittima e di tutti i suoi cari, che chiedono il più possibile un clima di raccoglimento, lontano dalla spettacolarizzazione che normalmente accompagna queste situazioni. L’auspicio è che la Città, anche nella forma esteriore, mantenga il decoro consono ad un evento tanto grave, sperando irripetibile, in qualsivoglia parte del mondo. Al buon senso, all'educazione e alla sensibilità di ciascuno rimetto ogni azione e comportamento che vada in questa direzione, certa di interpretare il sentimento collettivo che questi giorni, unitamente allo sconcerto e al dolore, ha fatto emergere la grande umanità e generosità che caratterizza la nostra comunità cittadina, per cui sono grata e di cui sono orgogliosa.

Dobbiamo essere una Città che, unita nel dolore, è capace con maturità di esprimere speranza e bellezza, compattezza e positività. Lo dobbiamo soprattutto ai nostri concittadini più piccoli, di cui dobbiamo essere costanti educatori. Lo dobbiamo ai piccoli figli della vittima – conclude il sindaco- che come Comunità vogliamo contribuire ad accompagnare, ad accarezzare, a crescere».

«Useremo una fascia per bendarci le labbra e una corda per legare le mani perché vogliamo far capire a tutti, ma soprattutto agli uomini che prima di aprire la bocca bisogna riflettere perché ci sono parole che feriscono come lame e in quel caso è meglio imbavagliarsi e fermarsi per tempo. Così come attorciglieremo la corda attorno ai nostri polsi perché le mani devono annichilire la violenza. Quella corda va sciolta solo se le mani intendono donare una carezza e mai uno schiaffo». Lo spiega Dino Leonetti medico oncologo di Andria che assieme a un collega, Ninni Inchingolo e a un imprenditore, Mimmo Lattanzio ha deciso di organizzare in piazza Catuma per il prossimo 6 dicembre una manifestazione contro la violenza di genere che si rivolge prevalentemente alla partecipazione maschile.

«Temiamo - spiegano - che le giovani generazioni siano assuefatte ad una cultura malata e marcia che identifica l’uomo vincente in quello pieno di soldi che col denaro compra qualsiasi cosa».

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