La sentenza
Barletta, furti di auto e riciclaggio: condannati in tredici. Ladri prosciolti per mancanza di querela
Il gruppo venne sgominato due anni fa dai carabinieri d di Barletta nell’ambito della inchiesta «On the road»
BARLETTA - Furti e riciclaggio d'auto: tredici condanne per oltre mezzo secolo di carcere dal Tribunale di Trani.
Gli imputati sono accusati a vario titolo di rapina a mano armata, associazione per delinquere finalizzata prevalentemente alla commissione di furti di autovetture, ricettazione e riciclaggio dei pezzi di ricambio. Si tratta di 13 dei 15 destinatari delle misure cautelari eseguite nel maggio di due anni fa dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Barletta nell’ambito della inchiesta «On the road».
Le indagini hanno accertato la presunta responsabilità del gruppo che in poco più di due mesi avrebbe messo a segno 22 furti di auto (che venivano ridotte in pezzi che venivano riciclati sul mercato nero dei ricambi di auto) e di una rapina avvenuta il primo aprile 2021 ai danni di un autotrasportatore che guidava un mezzo furgonato con frigo carico di prodotti alimentari. La vittima fu bloccata mentre percorreva la provinciale 231 all’altezza di Bitonto, in provincia di Bari, da cinque persone con il volto coperto e armate di fucili a canne mozze.
I condannati in primo grado dovranno scontare tra i tre e i quattro anni di reclusione ognuno, e pagare multe comprese tra i tremila e i seimila euro. Gli altri due coinvolti nell’inchiesta sono invece ancora in attesa di giudizio.
PROSCIOLTI PER MANZANZA DI QUERELA
«Il dispositivo della sentenza del processo «On the road» afferma chiaramente una novità di cui tenere conto» ovvero che «alcuni imputati sono stati prosciolti dal reato di furto d’auto per sopravvenuta mancanza della querela. È uno degli effetti della riforma Cartabia». Lo dichiara Renato Nitti, capo della Procura di Trani, commentando la condanna in primo grado a oltre mezzo secolo di carcere per 13 persone coinvolte nell’inchiesta denominata «On the road» e accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti di autovetture, ricettazione e riciclaggio di pezzi di ricambio e rapina a mano armata.
«Oggi se non si sporge querela, l’autore del furto» anche se "colto in flagranza e magari arrestato non potrà essere sottoposto a misura cautelare e il giudice dovrà liberarlo», aggiunge il procuratore evidenziando che «la situazione è difficile ma talvolta si ha l’impressione che si stia lavorando per peggiorarla». Come accade con le «criticità sui reati predatori» inseriti «nella riforma Nordio». Se la riforma dell’attuale Guardasigilli dovesse essere approvata «il giudice- spiega Nitti - ricevuta la richiesta dovrebbe interrogare l'indagato per il furto di auto e per il quale c'è pericolo di reiterazione, prima ancora di decidere se sottoporlo a misura». Si tratta di «un ulteriore adempimento e di conseguente ulteriore rallentamento: prima occorrerà rintracciare il ladro d’auto, invitarlo a rendere l’interrogatorio e quindi valutare gli esiti dell’interrogatorio».
Inoltre, «saranno necessari tre giudici per decidere se applicare la custodia cautelare in carcere per furto d’auto», evidenzia il procuratore specificando che «in un Tribunale come quello di Trani, non sarà difficile arrivare a una condizione di paralisi della giustizia penale». «La provincia di Barletta - Andria - Trani, che in Italia è il territorio che ha il primato nazionale di furti di auto e rapine in appartamento» è caratterizzato dalla «più drammatica insufficienza perfino delle piante organiche dei servizi di polizia giudiziaria», continua Nitti auspicando «altre misure. Diverse, possibilmente».