Infanzia violata
Barletta, avrebbe molestato la figlia minorenne della convivente per 4 anni: indagato 61enne
È questa la gravissima accusa della quale al momento è ritenuto responsabile un 61enne di Barletta, indagato dalla procura di Trani con le accuse di violenza sessuale aggravata e atti sessuali con minorenne.
BARLETTA - Avrebbe molestato sessualmente la figlia della sua convivente per ben quattro anni, sin da quando la piccola ne aveva appena 15.
È questa la gravissima accusa della quale al momento è ritenuto responsabile un 61enne di Barletta, indagato dalla procura di Trani con le accuse di violenza sessuale aggravata e atti sessuali con minorenne.
Il pubblico ministero Lucio Vaira ha chiesto e ottenuto che la presunta vittima venga sentita nell’ambito dell’incidente probatorio: tanto perchè è indispensabile che le sue dichiarazioni vengano cristallizzate nel caso in cui si debba arrivare ad un eventuale processo.
L’ascolto protetto è stato fissato per venerdì prossimo innanzi al giudice per le indagini preliminari Marina Chiddo, alla presenza della psicologa Neomi Pezzoni.
La vicenda è estremamente delicata, ed i contorni ancora tutti da chiarire.
Tutto nasce dalle confidenze che la presunta vittima aveva fatto al padre, ormai separato dalla madre.
La giovane - che ora si trova in una struttura protetta - viveva con la madre della casa del nuovo compagno di quest’ultima, che avrebbe persino acquistato a sue spese una cameretta per la bambina.
Stando a quanto riferito, l’uomo avrebbe approfittato quando era solo con la piccola per molestarla, spogliarsi davanti a lei e palpeggiarla. Comportamenti che il 61enne avrebbe assunto - stando a quanto riportato nel capo di imputazione - più volte a settimana. In cambio, l’indagato avrebbe dato alla giovane piccole somme di denaro, ad esempio per andare al cinema, o in pizzeria, o ancora per comprare sushi. Si parla anche un paio di cuffie date in regalo. Circostanze, però, che sono ancora tutte da chiarire.
La ragazza - già affetta da una sindrome ansioso - depressiva - era stata già sentita in un’occasione con l’incidente probatorio, nel corso del quale però aveva dichiarato di essersi inventata tutto, salvo poi ritrattare innanzi alle consulenti del pubblico ministero, spiegando loro il motivo di quelle dichiarazioni.
Adesso il giudice vuole fare chiarezza, chiedendo alla propria consulente di vagliare anche la capacità a testimoniare della giovane.
L’indagato è difeso dagli avvocati Letizia Rana e Donatella Paolillo; il padre della presunta vittima è rappresentato dall’avvocato Raffaeele Dibello.