l'inchiesta

Criminalità rurale ad Andria: in 13 sotto processo dopo l'operazione «Terra madre»

Linda Cappello

Le accuse, a vario titolo, sono quelle di estorsione ( tentata e consumata), danneggiamento, furto, ricettazione. Chiesta l’archiviazione per Nicola Recchia

ANDRIA - In 13 a giudizio per i danneggiamenti e le estorsioni nell’ambito della cosiddetta criminalità rurale. Il gip del Tribunale di Trani Marina Chiddo ha disposto il giudizio immediato per Emanuele ed Eligio Asseliti, rispettivamente 50 e 65 anni, di Andria; Nicola Cannone, 47 anni, di Canosa; Domenico Di Cillo, 39 anni, di Minervino; Donato Mariano Leone, 62 anni, di Canosa; Vincenza Policastro, 31 anni, di Canosa; Pasquale Renna, 67 anni, di Minervino; Salvatore Saccinto, 66 anni, guardia giurata di Canosa; Riccardo Scaringella, 50 anni, di Andria; Giuseppe Sciascia, 66 anni, Mario Spolzino, 66 anni, della provincia di Salerno; Alessandro e Vito Zagaria, rispettivamente 38 e 40 anni, di Andria.

Le accuse, contestate a vario titolo ed in diversa misura dal pubblico ministero Marcello Catalano, sono quelle di estorsione ( tentata e consumata), danneggiamento, furto, ricettazione.

Nel novembre scorso i carabinieri della compagnia di Andria e della stazione di Minervino eseguirono 17 ordinanze di custodia cautelare.

Fulcro dell’inchiesta pressioni e minacce ai danni di alcuni imprenditori locali per imporre servizi di protezioni e guardianie.

Nello specifico, si fa riferimento ad «almeno nove atti intimidatori», fra cui l’abbattimento di ben 120 alberi di ulivo.

Stralciata, invece, la posizione di Nicola Recchia, 31enne di Andria, per il quale la procura ha chiesto l’archiviazione. «Questa vicenda ha destabilizzato psicologicamente il nostro assistito - dicono gli avvocati Fabio Bisceglie e Giuseppe Stefano Perrone - soggetto incensurato ed estraneo a qualsivoglia contesto criminale locale, il quale non soltanto ha patito un periodo di custodia cautelare ma ha visto comparire il suo nome sulla stampa. Recchia ha sempre proclamato la sua assoluta estraneità ai fatti contestati, sia durante l’interrogatorio di garanzia sia sollecitando la procura ad effettuare indagini suppletive, infine in sede di Riesame. E proprio il Tribunale, attraverso un’articolata disamina delle intercettazioni - che non hanno mai visto Recchia interlocutore diretto - ha annullato l’ordinanza per mancanza di gravi indizi di colpevolezza. Si deve evidenziare, altresì, l’onestà intellettuale della procura che, facendo buon governo delle indicazioni del riesame, ha chiesto l’archiviazione. Siamo soddisfatti del risultato raggiunto, poichè Recchia ha potuto riacquisire la tranquillità che aveva perso».

Il processo, innanzi al Tribunale in composizione collegiale, prenderà il via il prossimo 17 aprile.

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