Nella Bat
La piccola andriese Graziella Mansi riposa in una nuova tomba al cimitero
Realizzata una lapide semplice e significativa. Fu assassinata a soli otto anni il 19 agosto del 2000, una tragedia assurda e vera
ANDRIA - «E’ venuta finalmente alla luce del sole. Ma mia figlia non è qui, in questo momento gioca ancora a Castel del Monte. E resta lì, insieme al nonno, a tutta la famiglia… e gioca, perché a lei piaceva tanto».
Sono commoventi le parole di Giovina Antolino, mamma di Graziella Mansi. Da ieri mattina le spoglie della piccola hanno una nuova dimora all’interno del cimitero di Andria, dopo la riesumazione effettuata qualche giorno fa.
La bimba, scomparsa a 8 anni in quel nefasto 19 agosto del 2000, accoglierà con il suo tenero sguardo i cittadini all’ingresso della struttura comunale.
Per lei è stata realizzata una lapide molto semplice, ma allo stesso tempo significativa: una farfalla che si stacca dalla pietra per spiccare il volo, la foto di Graziella e poi una frase: «Anima bella… librati pura nell’eterna luce. Spiega le tue ali di innocenza dove pace e amore vincono la miseria umana». La seconda e definitiva sepoltura della piccola è stata accompagnata dalla presenza di cittadini, autorità civili, religiose e militari. Tutti stretti attorno alla famiglia Mansi in un grande abbraccio, tra lacrime e preghiere.
I pensieri volano a quella dolce creatura a cui piaceva giocare nella natura e a Castel del Monte, luogo che amava. «Lì faceva da guida ai turisti, le davano dei soldini e per questo era felice - ha aggiunto mamma Giovina -. Amava stare vicino al castello, voleva sempre andare lì. Per lei era tutto. Questi sono i ricordi più belli che conservo di mia figlia». L’innocenza spazzata via e senza pietà dal branco composto da cinque andriesi che quel giorno scrissero una delle pagine più drammatiche della storia del territorio. Tutti vennero individuati ed arrestati, in quattro condannati all’ergastolo, a 30 anni Pasquale Tortora colui il quale, secondo la ricostruzione ufficiale degli inquirenti, avvicinò alla fontana di Castel del Monte e portò nel bosco la piccola Graziella. Un altro di loro, Vincenzo Coratella, si è tolto la vita nel 2008 nel carcere di Lecce dove era detenuto, lasciando bigliettini e lettere nelle quali ha sempre professato la sua innocenza. Michele Zagaria, Domenico Margiotta e Giuseppe Di Bari continuano a scontare la loro pena in carcere nonostante le tre richieste, già effettuate dai legali, di revisione del processo.
Sentenza definitiva già giunta in Cassazione nel 2004 cui i giudici della Corte d’Appello di Lecce, nel 2013, non hanno ritenuto di aver acquisito nuovi elementi utili alla revisione del processo e della sentenza stessa. Quel giorno la bimba venne ritrovata senza vita in serata, dopo ore di ricerche, in un bosco della Murgia a poca distanza dalla pineta del maniero federiciano. Una vicenda che ha lasciato un segno indelebile nella comunità. Graziella Mansi ancora oggi vive nei ricordi e nei pensieri degli andriesi. Tutti la conoscono, tutti (anche chi l’ha conosciuta anni dopo la sua morte) ne sono affezionati in qualche modo.
«Ricordiamo ancora oggi Graziella perché atti di violenza come questa non avvengano mai più», ha commentato il vescovo di Andria Mons. Luigi Mansi durante la benedizione della nuova dimora di Graziella. Quest’anno avrebbe compiuto 30 anni. «E’ una memoria che ci auguriamo sia carica di messaggi per il futuro. Basta a vicende di questo genere. Basta alla violenza e alla cattiveria che sopprimono vite innocenti», ha aggiunto il vescovo prima di procedere alla benedizione della lapide di Graziella Mansi tra il raccoglimento di tutti i presenti. Lo spazio dove riposa la bimba è stato donato alla famiglia dal comune di Andria. Prima riposava nel campo 9A del cimitero. Da 22 anni era in attesa di una degna sepoltura. Adesso il suo volto innocente accompagnerà i cittadini in visita al cimitero con sobrietà e leggerezza.
«Abbiamo scelto una lapide semplice come lo era lei, non monumentale. Crediamo sia il modo giusto per ricordarla - ha detto il sindaco Giovanna Bruno -. Da oggi chiunque entrerà nel cimitero comunale avrà probabilmente uno sguardo, un sorriso, una preghiera guardando questo luogo. Anche se quando qualcuno passerà in modo indifferente, ci sarà lo sguardo di Graziella ad accoglierlo».