IL FATTO

«Trani, salviamo la Chiesa di San Domenico che rischia di crollare»

Redazione online

La denuncia dell'associazione Oikos: «Istituzioni assenti, incuria e degrado potrebbero compromettere la stabilità di un monumento di pregio barocco»

Il patrimonio storico ed artistico delle città è costituito da tutte le opere del passato che proprio per il loro valore intrinseco in quanto espressione di cultura, storia, tradizione deve essere custodito, conservato e tutelato dagli abusi e dagli scempi con la massima diligenza. La Chiesa di San Domenico di Trani dal gennaio 2018 è chiusa e abbandonata a sé stessa e il fronte stradale, prospicente la piazza del Plebiscito proprio sulla sinistra dell’ingresso della storica e maestosa villa comunale, è transennata da tempo. Il terremoto del 21 maggio 2019 provocò anche la caduta di un timpano e altri calcinacci della facciata barocca». E' quanto denuncia l'associazione di cittadinanza attiva Oikos di Trani, facendo riferimento alla richiesta del 4 luglio scorso, sugli aggiornamenti in merito all’attività di restauro, risanamento e lavori di consolidamento statico del monumento al Fondo Edifici di Culto, «al Prefetto della Bat, alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e all’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie senza ricevere alcun riscontro alla lettera inviata via PEC».

L'Oikos rende noto che «si ha notizia dell’avvenuto stanziamento di somme destinate al recupero e restauro del monumento pari a 850mila euro dal Fondo Edifici Culto del Ministero degli Interni oltre ad altri 350mila dal Ministero dei Beni culturali e di ulteriori 850mila messi a disposizione attraverso il Pnrr. Come detto - sottolinea l'associazione - a distanza di oltre due mesi dall’invio di quelle lettere, nessuno dei destinatari ha dato riscontro, con la conseguenza che l’incuria e il degrado rischiano di compromettere gravemente la stabilità di un monumento di notevole pregio, in stile Barocco costruito nel 1763 sull’area ricavata dalla demolizione della chiesa di Santa Croce del 1200, della quale conserva tuttora il campanile in stile romanico».

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