l'intervista

Pedopornografia on line, don Fortunato: «Non si abbassi la soglia di attenzione»

Giuseppe Dimiccoli

Don Fortunato Di Noto, fondatore dell'Associazione e dell'Osservatorio Meter, lancia l’allarme dopo la denuncia di due giovani della Bat

BARLETTA - «È inutile nascondere che ci troviamo innanzi ad una emergenza educativa per quello che attiene alle digitalizzazione sessuale del corpo. Tutte le fasce della società sono a rischio».

E come sempre diretto don Fortunato Di Noto fondatore dell'Associazione e dell'Osservatorio Meter da sempre in prima linea per la lotta contro la  pedofilia  e la tutela dell'infanzia  in Italia e nel mondo. Dopo i recenti fatti di cronaca legati ad una chat di whatsapp pedopornografica che ha visto finire nei guai un ventenne barlettano e un minore andriese gli abbiamo chiesto alcune considerazioni in merito a questa piaga mondiale.

«Mi sembra importante sottolineare che le denunce si stanno facendo tuttavia è necessario sottolineare che questi fenomeni si stanno sviluppando sempre di più attraverso varie piattaforme social che permettono la possibilità di poter scambiare materiale e non solo materiale per adescare i minori con tutte le conseguenze annesse e connesse - ha precisato don Fortunato -. A questo devo aggiungere che alla luce dell'attento monitoraggio che effettuiamo con il nostro Osservatorio Meter (https://www.associazionemeter.org/) riscontriamo che le segnalazioni sono aumentate tantissimo più del 50% tanto durante il lockdown che fuori dal periodo. Incremento vertiginoso che delinea quanto l'orizzonte della pedopornografia e della pedofilia si sia spostato».

E poi: «Quello che forse sta venendo a mancare è un'attenta ma anche programmata campagna informativa riguardo questi problemi. Se ne dovrebbe parlare di più da parte da parte delle agenzie educative e sopratutto dovrebbe rientrare nel programma di un Governo. Ho visto che c'è il programma del Dipartimento Famiglia ma sono solo quattro righe e finisce tutto là».

Analizzando il perimetro del problema, aggiunge: «Stiamo parlando di un fenomeno estremamente grave, globale e trasversale. Non vi è alcun contesto sociale che si salva. Nessuno è immune e può dire che la mia famiglia, la mia città, la mia scuola, la mia parrocchia è esclusa. Siamo tutti ad alto rischio».

«Quando avviene su minori è importante capire il contesto per operare al meglio. Sono ferite permanenti. Mi preme far passare il concetto che la digitazione sessuale del corpo non è un gioco. Indagare sulle cause è fondamentale ben consci che tutto questo ha delle ripercussioni per tutta la vita. A parer mio, sulla scorta di una esperienza trentennale, è una vera e propria emergenza educativa che non possiamo sottacere. Abbiamo oggi tanti bambini orfani con genitori vivi. Vi è un problema legato al patto educativo che anche Papa Francesco ne ha parlato in una esortazione. I genitori devono fare seriamente i genitori. Bisogna curare una relazione educativa sin dal grembo materno. Deve essere costante e perdurante sapendo che ci sono agenti esterni come quelli della pedopornografia che vanno a sfaldare questi legami», ha precisato.

La conclusione: «Per arginare tutto questo è molto importante che ognuno si assuma la propria responsabilità. La scuola, per come è composta, si può impegnare con progetti mirati e ad educare consapevolmente all'utilizzo del web e a far sì che anche l’educazione affettiva sia fatta con programmi equilibrati seri e non ideologici. Alla famiglia che si trova in questo tunnel dico sempre e comunque denunciare ma mai colpevolizzare chi è caduto in questa trappola. E quindi nessuna stigma. Del resto un minore che si trova in quelle situazioni perché vi sono tante motivazioni che lo hanno indotto e condotto anche di omesso controllo da parte dei genitori e disattenzioni varie. Purtroppo molti ragazzi non hanno più punti di riferimento certi dove trovare sicurezza. Mi preme ribadire l'appello ai genitori di svolgere il loro dovere con grande attenzione e e consapevolezza».

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