il caso
Andria, picchia fidanzata ma lei non lo denuncia: arrestato grazie a video sul web
Il pestaggio dovuto a motivi di gelosia, ma nonostante i calci e i pugni la ragazza non ha voluto sporgere denuncia perché "lo ama"
«Lo amo e non lo denuncio». Queste le parole della ragazza 19enne, vittima del brutale pestaggio avvenuto la notte tra lunedì e martedì nei pressi dell’ospedale Bonomo di Andria. Nonostante i calci e i pugni ricevuti per strada dal suo fidanzato, la ragazza non ha voluto denunciarlo. Alla fine, la donna ha riportato lesioni al naso, un forte trauma nella zona del collo e vari ematomi sparsi sul corpo.
La mancata denuncia, però, non ha evitato le manette al fidanzato, il 29enne Alessandro Vurchio, già noto alle forze dell’ordine per precedenti di furti d’auto e rissa. Violenza privata, minacce aggravate, lesioni personali, danneggiamento e atti persecutori: questi sono i capi d’accusa alla base della richiesta d’arresto del sostituto procuratore del Tribunale di Trani, Alessandro Marangelli, che ha proceduto anche in assenza di una denuncia. Il caso di violenza sulle donne rientra perfettamente nella nuova normativa sul «codice rosso», ma non può configurarsi come tale perché non c’è stata la denuncia. Il «codice rosso» è stato introdotto da poco, infatti, proprio per dare un seguito più veloce all’azione di forze dell’ordine e magistratura.
La scena dell’aggressione era stata ripresa con un telefonino da un residente, e il video diffuso sui social è diventato virale nel giro di poche ore. C’è voluto un intenso e puntiglioso lavoro d’indagine degli agenti del commissariato di Andria, coordinati dal vice questore aggiunto Gerardo Di Nunno, ad identificare i protagonisti della triste vicenda. Portati in commissariato, a distanza di poche ore dall’accaduto, i poliziotti sono riusciti a venire a capo di quanto avvenuto. Una lite tra i due fidanzati, scoppiata per motivi di gelosia. Una discussione che in pochi istanti è passata dalle parole alle botte da orbi, alla presenza di una amica della ragazza. Immagini forti, quelle contenute nel filmato, dove la donna della giovane coppia vuole essere essere lasciata in pace, ma il fidanzato non la molla. Anzi, la bersaglia con calci, pugni, schiaffi, per poi minacciarla anche di morte.
Sulla vicenda fa riflettere un aspetto. Ormai la gente, erroneamente, preferisce riprendere con il proprio telefonino questi episodi violenti, piuttosto che chiamare prontamente le forze dell’ordine. O peggio ancora, la gente dopo aver effettuato il filmato, preferisce diffonderlo sui social piuttosto che consegnarlo alle forze dell’ordine. Bisognerebbe capire, invece, che solo una maggiore cultura della legalità può migliorare la qualità della vita di una comunità e non certamente i like o i commenti sui social.