L'ombra dello scandalo

Sessismo alla Regione Basilicata? Voci di molestie e dimissioni

Antonella Inciso

Il presidente Bardi ordina una istruttoria interna, Merra chiede chiarezza e Cifarelli presenta un’interrogazione sui messaggi a una dipendente del Dipartimento Sanità

POTENZA - Voci di presunte molestie. E di possibili dimissioni. Si allunga l’ombra di un terremoto negli uffici regionali del Dipartimento Sanità. Per la seconda volta in pochi anni il Palazzo viene scosso dal sessismo.

Dopo il caso che portò alle dimissioni l’ex assessore regionale alla Sanità, Rocco Leone, per alcune frasi sessiste espresse nei confronti della collega di Giunta, l’assessore alle Infrastrutture Donatella Merra, a scuotere l’estate degli uffici regionali è il presunto caso di molestie da parte di un alto dirigente regionale nei confronti di una funzionaria in servizio nel suo stesso Dipartimento.

Una vicenda venuta alla luce dopo alcune frasi pronunciate dal consigliere di «Basilicata oltre», Massimo Zullino, ed esplosa con una serie di prese di posizione. Tanto da spingere lo stesso presidente Bardi ad avviare una verifica interna per accertare i fatti. «Ho immediatamente dato comunicazione agli uffici preposti di avviare l’opportuna e doverosa istruttoria» spiega Bardi.

«Attendiamo di concludere l’iter in pochissimi giorni - aggiunge - così da avere un quadro chiaro e poter prendere una decisione giusta. Il rispetto delle donne é un dovere morale e personalmente un faro nella mia vita privata e professionale, un principio rispetto al quale non sono ammesse deroghe o compromessi. Ovviamente comprendo l’attenzione mediatica sulla vicenda, ma le istituzioni devono seguire regole e procedimenti, in ossequio al principio di legalità, che vale sempre e per tutti. Il tutto - conclude - dovrà ovviamente avvenire in tempi rapidi, per dare poi successivamente una risposta chiara e trasparente all’opinione pubblica e ai cittadini lucani».

Insomma, gli accertamenti interni sono stati avviati e nella nota inviata al Dipartimento Sanità qualche indicazione ufficiale potrebbe già emergere nella giornata di oggi. Anche se, da ore, si susseguono indiscrezioni secondo cui la vicenda potrebbe portare anche a delle dimissioni autorevoli.

Di certo, sono in tanti a chiedere chiarezza sulla vicenda. Dopo la presidente della Commissione Pari opportunità, Margherita Perretti, che aveva sollecitato al governatore l’avvio di una indagine interna. «Non è pensabile che nel 2023, nella nostra Regione, all’interno degli ambiti lavorativi istituzionali, che dovrebbero sempre essere esemplari in tutte le loro sfaccettature, le donne debbano essere ancora molestate e ossessionate» evidenziava la presidente Crpo.

A chiedere chiarezza è stata anche l’assessore alle Infrastrutture, Donatella Merra. «In quanto unico esponente femminile della Giunta Bardi, oltre che come donna che ha già subito in passato infimi attacchi maschilisti, sento di dover prendere forte e ferma posizione a proposito di pesanti molestie sessuali di cui è stata fatta oggetto una funzionaria regionale da parte di un alto dirigente del medesimo Dipartimento - commenta Merra - Ho già denunciato a suo tempo un habitus mentale sessista e maschilista che sottotraccia svilisce il lavoro delle donne, purtroppo anche nei luoghi istituzionali e nelle aule consiliari, tuttavia, ritengo ancora più grave la vicenda denunciata perché si profilerebbe un inammissibile abuso di ruolo apicale per estorcere favori e prestazioni sessuali contro una lavoratrice in posizione gerarchica subordinata».

«Occorre intervenire all'istante con un’azione disciplinare contro chi ha violato le regole e calpestato i diritti - continua Merra - ma occorre anche fare prontamente luce sulle eventuali responsabilità e omissioni, ad ogni livello, di chi sapeva e ha taciuto».

A presentare un’interrogazione è il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Roberto Cifarelli. «La questione dei presunti atteggiamenti sessisti di un alto dirigente regionale nei confronti di una funzionaria attraverso messaggi whatsapp, ascoltata a microfoni spenti dal consigliere Zullino durante la sospensione dei lavori di una Commissione consiliare, è una circostanza molto più che sgradevole che non può passare inosservata - commenta Cifarelli - Se è vero che questi atteggiamenti sessisti andavano avanti già da tempo ci domandiamo se il presidente Bardi e l’assessore alla Salute Fanelli ne fossero già a conoscenza e pertanto, anche sulla base di quanto emergerà dall’indagine interna promossa dallo stesso presidente della Regione, di fare immediatamente chiarezza su questa tristissima vicenda, se trattasi di caso isolato, e riferire su quali provvedimenti intendono adottare».

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