al Rione Paradiso

Molfetta, ragazzi fotografano il giro di droga, ma la denuncia cade nel vuoto

matteo diamante

Una comitiva di quindicenni ha trovato la forza di segnalare un fenomeno che non è disposta a tollerare. Ma c'è chi ha deciso di non «compromettersi»

L’attività di spaccio di sostanze stupefacenti continua a rappresentare un problema concreto per la città di Molfetta tanto che persino i più giovani diventano vedette di legalità, denunciano uno spaccio sempre più tecnologico ed evidente.

A far riflettere, nell’ultimo periodo, è la modalità troppo «disinibita» con cui la droga viene venduta e scambiata. Non più con i metodi dei tristi anni ‘90 (celebri le operazioni antidroga «Reset» e «Primavera») o anche dei più recenti anni 2000 in cui esistevano precise piazze di spaccio all’interno delle quali si consumava l’attività. Oggi tutto questo non esiste più poiché le sostanze stupefacenti vengono ordinate e consegnate a domicilio ovunque le si voglia ricevere. Un vero e proprio servizio di «delivery» già ampiamente evidenziato nell’ultima operazione antidroga del mese scorso eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Molfetta su disposizione del Gip di Trani Marina Chiddo. Un’indagine che ha permesso di svelare consegne di cocaina, eroina oltre ad hashish e marijuana sempre a bordo di veicoli elettrici di pusher che si “lamentavano”, addirittura, di «giornate che non finivano mai», come si legge nel provvedimento.

Nonostante il blitz dei militari dell’Arma di Molfetta, l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti prosegue, imperterrito, nelle modalità già descritte.

Arriva, proprio da Molfetta, una storia che fa riflettere e riguarda un gruppo di adolescenti a cui, evidentemente, i valori non mancano. Nel quartiere Rione Paradiso, punto di congiunzione tra il centro città e la periferia di ponente, una comitiva di quindicenni ha trovato la forza di segnalare un fenomeno che non è disposta a tollerare. «Dello spaccio di droga abbiamo sempre sentito parlare dai nostri genitori – raccontano – così come spesso a scuola abbiamo affrontato la problematica. Tuttavia, ci appariva sempre come un qualcosa di astratto, lontano da noi. Non facciamo uso di queste sostanze, ne conosciamo la pericolosità ed è per questo, probabilmente, che parallelamente non comprendevamo come questo fenomeno potesse interessarci così da vicino».

Il quartiere frequentato dagli adolescenti non è nuovo al fenomeno del «delivery» della droga. Ad orari prestabiliti, uomini, muniti di veicoli elettrici raggiungono gli acquirenti consegnando quanto appositamente ordinato. Questo non è sfuggito agli occhi degli adolescenti. «Spesso la domenica in tarda mattinata ci riuniamo per chiacchierare un po’ prima di andare a pranzo – proseguono – ed è impossibile non fare caso sempre alla stessa scena. Le stesse persone, arrivano in bici o in monopattino, con una mano lasciano delle inequivocabili bustine e dall’altra mano prendono soldi».

I ragazzi non si sono limitati a guardare, ma hanno avuto il coraggio di passare all’azione, documentando l’attività di spaccio con i propri smartphone e informando le forze dell’ordine. Tutto questo con un grosso limite. «A volte si parla di omertà – proseguono i ragazzi nel loro racconto – e noi non vogliamo passare come tali. Scattare foto per mostrarle ad altri amici sarebbe stato banale ed insensato. Siamo andati in caserma, abbiamo fatto vedere quelle foto ai carabinieri, ma abbiamo tralasciato un dettaglio importante: il fatto di essere minorenni e di non poter sporgere regolare denuncia senza le nostre famiglie».

Famiglie che purtroppo hanno deciso di non fare come i propri figli per non «compromettersi». Tale il significato dato dai genitori di questi giovanissimi ragazzi all’atto della formale denuncia.

«Purtroppo non abbiamo trovato grande disponibilità nei nostri genitori – concludono – ma resta la speranza che quella segnalazione fatta ai carabinieri possa bastare per aumentare i controlli in questa zona o che questa testimonianza possa fare rumore per limitare un fenomeno che ora, realmente, abbiamo imparato a conoscere».

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