L'intervista del 2015

In ricordo dell'avvocato Mariano Fiore: «Con il mio sound da avvocato ho fatto arrabbiare Mirabella»

Nicola Morisco

Il penalista barese, scomparso ieri, aveva raccontato il suo passato da musicista alla «Gazzetta». Mariano Fiore e i suoi suonavano nella villa vicina a quella del regista

Dall'archivio della Gazzetta del Mezzogiorno riproponiamo un'intervista del penalista Mariano Fiore, scomparso ieri, risalente al 2015. Un modo per ricordare l'uomo di legge ma anche il musicista di un tempo.

«Ho sempre combattuto con la grande passione che avevo per la musica, ma alla fine ho optato per la giurisprudenza». L’avvocato Mariano Fiore, nonostante sia diventato uno stimato professionista del Foro barese, non nasconde ancora oggi la grande passione per la sua musica e per le tastiere. Un sentimento che, nonostante gli impegni professionali, continua ad essere vivo tanto da suonare sistematicamente con altri professionisti come Gigi Fiori (chitarrista e ingegnere), Pasquale Terzi (bassista e consulente finanziario), Manuel Virgintino (chitarrista, cantante e avvocato) e Rodolfo Miceli (batterista e commerciante). Tra un’udienza e l’altra, ripropone in concerti - soprattutto di beneficenza - brani delle formazioni che hanno fatto grande il rock Anni ‘60 e ‘70.

«Il primo gruppo, nel 1969, si chiamava Fire Birds – ricorda Fiore - ed saremmo diventati quasi tutti professionisti in altri campi. In quegli anni si suonava negli scantinati, insonorizzati con lana di roccia e le mitiche scatole che contenevano le uova, accorgimenti che servivano per fare ascoltare il meno possibile il suono al di fuori del locale. Ricordo che le prove le facevamo anche d’estate, nella villa al mare dei miei genitori a Santo Spirito, e ogni estate alla controra ci gridare di smettere il noto regista Michele Mirabella, che aveva la villa a due passi dalla nostra. Ci esibivamo sulle spiagge e in quei pochi locali che facevano musica dal vivo: all’epoca non esisteva ancora la discoteca».
Poi arrivarono i Gomma.
«Era un bel gruppo in cui militava anche chi ancora oggi è musicista di professione, come il contrabbassista e vocalist Michele Zonno e Tonio Manzari. Con quel gruppo avevamo una sorta di appalto permanente come gruppo di spalla per le Feste dell’Unità. Allora c’era anche la sala di incisione Cavalieri, dove spesso venivo chiamato per registrare le basi per alcuni cantanti tra i quali anche Anna Oxa».
Le è mai venuta l’idea di continuare a fare il musicista?
«Il dilemma era sempre presente: lasciare l’università o continuare a fare il musicista. Per qualche tempo mi era venuta voglia di trasferirmi a Genova, un città molto florida in quel periodo: Equipe 84, New Trolls e non ultima la scuola dei cantautori. Alla fine ho deciso per l’università. Ma la passione è sempre rimasta e, insieme ad alcuni amici, abbiamo costituito i “Manuel, Flowers & Co.”, formazione consacrata al progressive italiano e inglese».
C’è ancora fermento musicale tra giovani musicisti non professionisti?
«Credo che passione per la musica sia radicata in ognuno di noi e soprattutto tra i ragazzi. Nel jazz, ad esempio, c’è molto fermento dovuto soprattutto all’aumento di scuole musicali e alla facilità di trovare locali in cui suonare, cosa che prima non esisteva. Poi, c’è la rete che permette ai ragazzi di comunicare e costituire quasi in tempo reale una band. Sicuramente ci sono più possibilità rispetto al passato».
Ci sono molto professionisti che suonano?
«Direi proprio di sì, ne conosco tantissimi che hanno la passione di ritrovarsi almeno una volta alla settimana: docenti universitari, medici, avvocati, sono davvero tanti». [n. mor.]
uccellidi fuocoEra il 1969, anno di fondazione del complesso dei «Fire Birds» nel quale debutta il quindicenne Mariano Fiore, futuro penalista
Il legale ora suona con altri quattro «insospettabili»: brani degli Anni Sessanta e Settanta
Per anni fu combattuto fra terminare gli studi di giurisprudenza e l’attività artistica

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