serie b

Dickmann vede la luce. La parola all’esperto terzino: «Il Bari sta crescendo»

ANTONELLO RAIMONDO

«Dobbiamo essere più cattivi, la parte caratteriale può fare la differenza. La vittoria contro il Padova, una piccola svolta»

L’ennesima sosta. L’occasione per alzare i giri del motore. Per provare ad alzare l’asticella della condizione generale e delle prestazioni. Il Bari non può essere quello visto finora. E non è solo questione di classifica.

Dickmann, in questa stagione sta brillando la sua vena di fase di lancio degli attaccanti. Una bella fortuna avere uno che crossa come lei.

«Forse in carriera ho un fatto più gol che assist. Lo recrimina spesso Moncini visto che mi diceva che non gli facevo mai assist. Spero di continuare così. Mi piace spingermi in avanti. Cerco di andare spesso sul fondo e dare il mio contributo. Sono un terzino che ama prendersi le proprie responsabilità. D’altronde non credo sia una cosa strada. Il calcio, ormai da un bel po’ di anni, va in questa direzione».

Dodici giornate in archivio. Che tipo di valutazione sente di poter dare a questa prima parte di stagione?

«All’inizio non abbiamo raccolto quello che pensavamo di poter ottenere. Se avessimo perso il Padova saremmo stati ultimi. C’era grande delusione, inutile nascondersi dietro un dito. Da lì, però, è iniziato il nostro percorso. Nelle ultime tre gare abbiamo subito un solo gol, abbiamo raccolto punti, ma bisogna migliorare. A La Spezia si poteva fare di più soprattutto nella gestione della superiorità numerica. C’è una solidità difensiva che può farci disputare un campionato diverso. Quando subisci poco è molto più facile ottenere un risultato positivo. Ma, ripeto, tutti noi sappiamo che possiamo e dobbiamo migliorare».

Si continua a parlare tantissimo della fase difensiva del Bari.

«Ci deve essere equilibrio, si è lavorato moltissimo su questo. Nei primi 15’ si era preso gol quasi sempre in occasione delle prime partite. È un campionato nel quale la fase difensiva porta le squadre a fare la maggiore parte di punti. È da sempre così se guardiamo con attenzione alle cose di calcio».

Caserta ha cominciato la stagione puntando forte sul 4-3-3. Poi il cambiamento con la scelta della difesa a 3. Una sorta di svolta tattica.

«Nel 3-5-2 mi spingo più avanti, rispetto al ruolo di terzino. L’equilibrio nostro deve essere quello di continuare a lavorare sulla fase difensiva. Poi quando si ha la palla bisogna avere le idee più chiare. Le “preventive” contro lo Spezia sono un altro punto su cui lavorare. Non eravamo in una posizione di classifica ottimale, la sofferenza fa parte del calcio. Non è bello vedere la tua squadra che soffre, ma se porta punti…. In questo momento avevamo bisogno di punti. Nelle prime gare eravamo belli da vedere, ma fragili. Bisogna insistere sui nostri limiti: non bisogna concedere preventive e tante azioni offensive. Una volta raggiunto questo equilibrio potremmo avere la mente più libera.

Il fattore mentale incide sulle prestazioni della squadra?

«Poteva esserci quando non arrivavano i risultati. Ora no. Siamo consapevoli che dobbiamo fare qualcosa di più, creare azioni da gol, più che subirle. Oggi ci conosciamo meglio, dobbiamo lavorare su questa strada per risolvere i nostri punti deboli».

Lei è uno dei calciatori con maggiore esperienza in serie B. Come la sfrutta nella vita di gruppo?

«Cerco di portare la mia esperienza al servizio dei compagni di squadra, sono tanti anni che gioco questo campionato. Purtroppo ho avuto poca fortuna per arrivare in A. Posso dire quali siano le insidie in B, mi ritengo fortunato. Per il resto sono uno a cui piace scherzare».

E la questione caratteriale, altro punto dolente?

«Nelle ultime partite credo si sia vista la voglia di non prendere gol, di difendersi, di lottare su ogni pallone. Era quello che mancava all’inizio. L’equilibrio di cui parlavo prima. Non prendere gol. Tante partite si vincono con i calci piazzati. Ci stiamo lavorando sul carattere, sull’essere più cattivi».

Conta tantissimo anche saper gestire le cosiddette partite «sporche».

«Credo che lottare e cercare di non prendere gol debba essere il nostro sporcarsi le mani. Abbiamo le qualità per farlo, dipende solo da noi. Cerchiamo di portare in campo le idee che ci vengono trasmesse. Vorremmo anche noi giocare meglio, a volte ci si riesce, le qualità e i valori per farlo ci sono, sono sicuro che verranno fuori, non trascurando la fase difensiva».

Intanto la tifoseria mostra appieno tutta la sua stanchezza per un andazzo inaccettabile.

«In campo dobbiamo solo cercare di dare il massimo. Per il resto quasi tutti i punti li abbiamo conquistati in casa. Possiamo dire che il “San Nicola” sia il nostro fortino. Dobbiamo tutti navigare dalla stessa parte, ci serve il contributo dei tifosi».

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