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Putignano, la Fondazione Leopardi tra bilanci in rosso, crediti e liti: la crisi è servita

Luca Natile

L'ultimo, esagitato capitolo: scontro nel Cda per il recupero di 30mila euro, arrivano 118 e Polizia

Fondazione Leopardi nella sua luce, storia di un patrimonio che valeva 15 miliardi (di lire) e di un ente privato senza scopo di lucro che oggi rischia di affondare, sommerso dai debiti. Tenerla a galla è complesso, soprattutto quando i bilanci sono in profondo rosso e anche riscuotere un credito (per via giudiziale), congelato da troppo tempo diventa una impresa al punto da mettere a rischio i fragili equilibri all’interno di un consiglio di amministrazione nominato dalla politica.

L’ultimo inquieto, esagitato capitolo del romanzo finanziario sulla gestione dell’ex ricco patrimonio della Fondazione Leopardi, quel che rimane della generosa donazione di un nobile proprietario terriero di Noicattaro all’ospedale Santa Maria degli Angeli di Putignano, è stato scritto tra reazioni impulsive, aggressioni verbali, grida, insulti, minacce (non di violenza fisica) e colpi di scena.

Gli animi si sono calmati solo dopo il sopraggiungere di una ambulanza del 118 e di una «Volante» del Commissariato cittadino della Polizia di Stato che ha preso a verbale le dichiarazioni della presidente Licia Trisoli, della vice presidente Miriana Romanazzi e del segretario Francesco Casulli, protagonisti della baruffa.

La «vexata questio» come direbbero i latini, talmente tormentata da accendere (troppo) gli animi, avrebbe riguardato la scelta del percorso da intraprendere per giungere al recupero di un credito di 30 mila euro a fronte della locazione di alcuni uffici all’interno del cosiddetto «palazzo di vetro» unico bene rimasto, realizzato con la vendita del ricco patrimonio immobiliare e sede della stessa Fondazione.

Per riscuotere un credito si può procedere in due modi: attraverso una procedura stragiudiziale (amichevole) o, se questa non funziona, una procedura giudiziale (legale). La procedura stragiudiziale inizia con sollecitazioni informali, segue con una formale messa in mora tramite raccomandata con ricevuta di ritorno e può prevedere la mediazione. La procedura giudiziale invece passa per il deposito di un ricorso per decreto ingiuntivo, la notifica al debitore e, in caso di mancato pagamento, l'avvio dell'esecuzione forzata (pignoramento). A quanto pare la via amichevole sarebbe rivelata un vicolo cieco e il Cda si è ritrovato per decidere se affidare ad un avvocato la risoluzione della controversia con l’affittuario, una società di consulenze.

Il consiglio di amministrazione si è spaccato, la situazione è sfuggita di mano, degenerando al punto che è stato necessario lanciare un Sos. Durante la riunione pare abbia fatto irruzione negli uffici, chiusi al pubblico, il compagno della presidente, avvertito della bufera in corso e preoccupato da quello che stava accadendo. L’uomo ha asserito di avere ricevuto delega dal sindaco, cosa che gli agenti hanno successivamente verificato. Un crollo emotivo collettivo, riprova dei contrasti e delle differenze di vedute riguardanti la gestione di un ente in crisi. Le urla provenienti dal palazzo di vetro hanno raggiunto la strada. I residenti del quartiere hanno assistito perplessi all’arrivo di 118 e Polizia.

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