il processo

«Voti truccati a Triggiano», le nuove accuse a Cataldo: «Era al seggio con un pregiudicato». Lui: ricostruzione infamante

massimiliano scagliarini

L’udienza preliminare nei confronti di Maurodinoia e il marito: a carico di «Sandrino» la testimonianza di un maresciallo. E spunta pure un’ipotesi di calunnia

Un circolo cittadino del Pd non ha titolo per rappresentare il partito in un procedimento penale. E dunque l’esclusione del circolo «Università» che aveva chiesto di costituirsi parte civile contro l’ex assessora Dem Anita Maurodinoia, accusata di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, pone una questione soprattutto politica. Ma nell’udienza preliminare di ieri, in cui sono imputati anche Sandro Cataldo, marito della Maurodinoia, e altre 16 persone, il vero colpo di scena sono le nuove carte depositate dalla Procura.

Gli imputati sono accusati di aver truccato elezioni comunali di Grumo Appula (tenute insieme alle Regionali del 20 e 21 settembre 2020) e quelle di Triggiano (ottobre 2021), in cui - questa l’accusa - sarebbero stati comprati voti a 50 euro per favorire i candidati di «Sud al Centro» e (nel caso di Grumo) anche la stessa Maurodinoia. Il fulcro di tutto è appunto «Sandrino», che per questa storia finì ai domiciliari ad aprile di un anno fa. I pm Claudio Pinto e Savina Toscani hanno depositato documenti che - secondo l’accusa - ne confermerebbero il ruolo centrale.

Tra questi c’è un nuovo verbale di Gerardo Leone, ovvero il maresciallo della Finanza (condannato a un anno e 6 mesi per induzione indebita) che nel 2021 - registrando a sua insaputa Armando De Francesco, ex braccio destro di Cataldo - ha fatto partire l’inchiesta spiegando come funzionava il «sistema Sandrino». Ora Cataldo e De Francesco sono indagati per calunnia nei confronti di Leone, perché pochi giorni prima di essere arrestati hanno registrato un colloquio fra loro in cui De Francesco dice di essere stato pagato dal maresciallo per accusare Cataldo. Sentito in questo fascicolo, Leone ha raccontato ai pm che durante le elezioni comunali di Triggiano del 2021 aveva incontrato Cataldo all’esterno di un seggio elettorale «sulla sedia a rotelle» (perché aveva fatto un incidente), in compagnia di un pregiudicato per estorsione, Christian Luca Strisciuglio (nessuna parentela con il clan barese): «Aveva in mano un quadernone», ha spiegato Leone (che ha fornito pure una foto dei due), ipotizzando che il quaderno servisse a Cataldo per prendere nota dei nomi di chi entrava a votare.
I carabinieri hanno riscontrato il racconto di Leone. Ne è emerso che Strisciuglio era dipendente della concessionaria di famiglia dell’ex sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli, anche lui imputato in questo processo con l’accusa di essere stato favorito dai voti comprati, e che la sua presenza (e il suo ruolo) erano stati oggetto nelle chat tra Sandrino e Donatelli tra fine 2020 e inizio 2021.

Ma non è tutto. Sempre per riscontrare il ruolo politicamente centrale di Sandrino, i pm hanno depositato un verbale dell’ex capo dell’ufficio tecnico della Asl di Bari, Nicola Sansolini, arrestato per tangenti. L’ingegnere tarantino ha raccontato che quando la Asl gli aveva preannunciato che sarebbe stato trasferito ad altro incarico, tramite un amico comune aveva incontrato Cataldo per chiedergli un intervento «sui vertici della Regione». Cataldo - secondo Sansolini - gli aveva garantito che si sarebbe mosso, ma non è accaduto nulla. Qualche tempo dopo, però, è stato Sandrino a tornare da lui per chiedergli di interessarsi a un suo amico, imprenditore edile, interessato a lavorare con la Asl.

Il gup Maglio (ha sostituito Susanna De Felice, applicata al processo foggiano Mari e Monti) ha aggiornato l’udienza preliminare al 5 dicembre. In quella sede molti imputati potrebbero optare per il rito abbreviato, su cui sta riflettendo anche Maurodinoia (difesa dagli avvocati Mario Malcangi e Vittorio Manes) dal momento che gli indizi sull’associazione per delinquere di cui avrebbe fatto parte (per truccare le elezioni) sono già stati ritenuti non sufficienti dal gip in sede cautelare.
Resta il tema politico. Il Pd, che pure ha imposto a Maurodinoia le dimissioni da assessore regionale ai Trasporti dopo la perquisizione di aprile, non ha ritenuto di doversi costituire parte civile nei suoi confronti. Il circolo Università spiega di essersi presentato in udienza (con l’avvocato Gianluca Loconsole) proprio per far emergere questa circostanza: «I massimi organi regionali - commenta il segretario del circolo, Augusto Garuccio - avevano tutto il tempo per discutere e deliberare sulla costituzione, ma questo non è avvenuto. Il Pd regionale e provinciale sono rimasti inerti e il circolo è stato lasciato solo».

CATALDO: ACCUSE INFAMANTI DA CHI NUTRE RANCORE NEI MIEI CONFRONTI

«Una semplice occasionale vicinanza al di fuori di un bar (peraltro frequentatissimo in occasione di ogni competizione elettorale proprio perché antistante diversi seggi elettorali) è stata vergognosamente rimarcata con l’intento strumentale di accomunarmi ad uno sconosciuto pregiudicato». E’ quanto scrive Alessandro Cataldo, imputato nel procedimento per i voti truccati alle elezioni di Triggiano e Grumo, a proposito delle dichiarazioni fatte nei suoi confronti dal maresciallo Leone. «La maggior parte delle persone si limita a leggere i titoli dei giornali e così basta scrivere in prima pagina “Il marito della Maurodinoia al seggio con un pregiudicato” per gettare fango sulla mia persona».

Cataldo, annunciando una «denunzia per calunnia» nei confronti di Leone «anche in relazione alle altre false dichiarazioni rese agli inquirenti», spiega che «non ho mai avuto alcun rapporto di natura politico-elettorale con il prefato Christian Luca Strisciuglio» e che «le accuse in questione provengono da un soggetto  che nutre profondi sentimenti di avversione e rancore nei miei confronti». «Sono completamente innocente rispetto alle accuse oggetto del suddetto procedimento penale – conclude Cataldo - in dipendenza del quale ho ingiustamente subito oltre 3 mesi di arresti cautelari nonché una esasperata gogna mediatica che, nonostante il tempo trascorso, vedo che non accenna a diminuire, a sconsolante riprova del fatto che si tratti di una vicenda da celebrare più sui giornali che nelle aule di Tribunale».

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