Il caso

Altamura, omicidio di mafia nel 2003: chiesta condanna a 30 anni

La Dda di Bari ha chiesto una condanna a 30 anni di reclusione per Nicola Centonze, 48enne imputato in Corte d’Assise per l’omicidio di Massimiliano Cavotta

La Dda di Bari ha chiesto una condanna a 30 anni di reclusione per Nicola Centonze, 48enne imputato in Corte d’Assise per l’omicidio di Massimiliano Cavotta, commesso la sera dell’11 ottobre 2003 ad Altamura. La sentenza è prevista per il prossimo 23 ottobre.
Secondo quanto ricostruito dalla Dda di Bari, Cavotta fu ucciso perché in passato avrebbe avuto dei contrasti con alcuni esponenti della criminalità organizzata altamurana e, nel febbraio precedente, avrebbe ferito con colpi di pistola Giovanni Loiudice. Loiudice, coimputato di Centonze in udienza preliminare, a giugno è stato condannato a 20 anni di reclusione in abbreviato.
Il suo omicidio, dunque, sarebbe stato ordinato come ritorsione. Cavotta, 30 anni, fu ucciso con sette colpi di pistola e due di fucile mente tornava a casa insieme alla moglie e al figlio di tre anni, che riuscirono a mettersi in salvo. Nel processo sono costituiti parte civile la Regione Puglia, il Comune di Altamura e i parenti di Cavotta.
Loiudice e Centonze furono arrestati nel novembre 2024, a distanza di 21 anni dal fatto. Lo scorso 20 febbraio Centonze, ex collaboratore di giustizia, è stato arrestato (mentre era già in carcere) perché ritenuto il coordinatore dell’attentato dinamitardo del 5 marzo 2015, avvenuto nel locale Green Table di Altamura, in cui rimase ucciso il calciatore 27enne Domenico Martimucci.

Privacy Policy Cookie Policy