il caso

«Il dipinto incita all'odio antisemita»: chiesti 6 mesi per il pittore barese Giovanni Gasparro

Gasparro è a processo a Bari. Dovrà rispondere in particolare di alcuni commenti sulla sua pagina Facebook relativi alle foto del suo quadro «Martirio di San Simonino da Trento»

La Procura di Bari ha chiesto la condanna a sei mesi di reclusione, con il riconoscimento delle attenuanti generiche, nei confronti del pittore barese Giovanni Gasparro, finito a processo per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.

Gasparro, in particolare, dovrà rispondere di alcuni commenti apparsi sulla sua pagina Facebook relativi alle foto del suo quadro «Martirio di San Simonino da Trento». Rispondendo ad alcuni utenti, avrebbe infatti "propagandato e divulgato idee fondate sull'odio antisemita, atte ad influenzare le opinioni di un più vasto pubblico, scatenando e suscitando reazioni e commenti di cui vari dal chiaro contenuto antisemita di numerosi followers", come si legge nel capo di imputazione.

L'opera del 2020 riproduce l'omicidio di un bambino di Trento detto Simonino, scomparso misteriosamente la notte del 23 marzo 1475 e ritrovato morto trenta giorni dopo, con una ferita sanguinante al costato, afferrato e circondato da membri della comunità ebraica intenti a raccogliere in una bacinella il sangue della ferita del bambino. Simonino è stato venerato come beato dalla Chiesa cattolica fino al 28 ottobre 1965, quando nel corso del Concilio Vaticano II ne fu abolito il culto. Nella prossima udienza del 13 novembre è prevista la discussione del difensore dell'imputato, l'avvocato Salvatore D'Aluiso.

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