Il caso

Bari, aggredisce vigili in piazza Umberto: immigrato condannato a 2 anni, è già libero

Luca Natile

Il 30enne nordafricano con regolare permesso di soggiorno è stato protagonista di una rissa: arrestato e processato per direttissima

Un tranquillo venerdì sera di follia in piazza Umberto. Prima alza il gomito, poi partecipa ad una violenta discussione, condita da ceffoni e spallate tra migranti. Senza soluzione

di continuità, nel tentativo di sottrarsi al controllo, aggredisce e manda in ospedale tre agenti della Polizia locale intervenuti per sedare la lite. Conseguentemente viene arrestato, processato e condannato per direttissima a 2 anni di reclusione, infine il giudice gli concede la sospensione condizionale della pena, disponendo la sua reimmissione in libertà.

La notte brava di un trentenne nordafricano, regolare sul territorio italiano con precedenti specifici per aggressione non ancora passati in giudicato (cosa che lo ha reso formalmente incensurato) , soggetto incline ad alzare il gomito e a menar le mani, uno che per sbarcare il lunario vive di espedienti e piccoli reati, è finita dietro le sbarre ma la sua detenzione è stata temporanea, durata il tempo di un verdetto

Le porte del carcere si sono aperte e lo hanno inghiottito per le accuse di minacce, resistenza e lesioni ai danni di tre vigili urbani intervenuti per sedare il brutale tra lui e altri stranieri. La discussione sin troppo accesa che stava seminando il panico tra i passanti. È stato risputato fuori dalle patrie galere dopo 12 ore in quanto il giudice nel pronunciare la condanna (come da sua facoltà quando non superiore ai due anni) ne ha sospeso l'esecuzione per un periodo a condizione che il condannato, nell’arco temporale indicata, non commetta reati dello stesso tipo. Il reato in questi casi si estingue e cessa l'esecuzione delle pene accessorie. La funzione della sospensione condizionale della pena è quella di eliminare l'effetto de-socializzante della carcerazione in caso di pene di breve durata. L’immigrato ha così avuto la possibilità di tornare a socializzare mentre i tre agenti della Polizia locale sono finiti tutti in ospedale e dimessi con 10 giorni di prognosi a testa.

Dal 26 agosto Bari vive in una condizione di costante allerta. La guerriglia tra gruppi di tunisini, egiziani, marocchini, nigeriani e bangladesi sembra aver avuto fine ma la violenza non si è spenta. In un clima teso, carico di preoccupazione, prepotenza e brutalità si ripetono. I controlli delle forze di polizia sono diventati più serrati, portato di conseguenza ad un aumento delle denunce.

Con il ricorso sistematico ai Daspo urbani (ne sono stati adottati più di una decina) la Questura sta cercando di allontanare dalle zone del centro dove spesso si radunano e bivaccano, quegli extracomunitari che hanno partecipato ai disordini e agli scontri tra la stazione centrale e l’Ateneo.

Dietro le violenze registrate nelle ultime tre settimane ci sono storie e situazioni complesse, rapporti di inimicizia e rivalità tra gruppi etnici differenti, condizioni di miseria, povertà ed emarginazione che spingono gli immigrati verso l’alcolismo e la dipendenza dalle droghe.

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