Il ricordo
Bari, «Tonino» Asselta racconta Armani: «L’ho conosciuto 40 anni fa, si distingueva per sorrisi e stile un perfezionista cordiale»
«Mi colpì il modo in cui si rapportava a chi aveva intorno. Con educazione ma con altrettanta autorevolezza. Lui era carismatico e chiunque lo abbia incrociato, anche solo una volta, non può dimenticarlo»
«Non aveva bisogno di seguire i colori e le tendenze del momento. Lui era Giorgio Armani. Un abito, un pantalone e un tailleur firmato Armani lo riconosci dallo stile e dalla sobrietà». Antonio Asselta, per tutti “Tonino”, ha aperto il primo dei suoi otto negozi a Barletta nel 1970. L’ultimo a Bari nel 2009. «Ha vestito le mie clienti – racconta - con le prime linee di Armani per quarantasette anni. I miei erano gli unici punti vendita nei quali poter acquistare capi unici. E così abbiamo accolto donne da tutta la Puglia, la Calabria, il Molise e la Basilicata».
Asselta ha tanti ricordi legati a Giorgio Armani, morto ieri a novantuno anni. «L’ho conosciuto quarant’anni fa. Lui era sempre sorridente. Concedeva foto e autografi a chiunque si avvicinasse a lui. Era cordiale, perfezionista ed estremamente puntuale». Come quella volta in cui rimproverò i suoi collaboratori per essere arrivati in ritardo a un appuntamento a Milano. «Era la prima volta che lo incontravo. Mi colpì il modo in cui si rapportava a chi aveva intorno. Con educazione ma con altrettanta autorevolezza. Lui era carismatico e chiunque lo abbia incrociato, anche solo una volta, non può dimenticarlo». Il re della moda amava la Puglia.
«Aveva in questa regione – racconta ancora Asselta - amici stretti ed era solito frequentare la valle d’Itria. Tempo fa mi chiesero informazioni per una residenza poco distante da Locorotondo Non se ne fece più niente. Ma era solito tornare appena possibile in questa terra. Almeno, sino a qualche anno fa».
Il commerciante pugliese ricorda quando nel giorno dell’inaugurazione del suo ultimo negozio, quattro anni fa, arrivò da casa Armani un abito Haute Couture: «Una creazione meravigliosa e una grande attestazione di stima. Abbiamo creato una vetrina degna di un abito tanto prestigioso con grande orgoglio». Quasi cinquant’anni, quindi, trascorsi tra abiti e accessori del re dell’alta moda: «La grandezza di questo stilista sta nel fatto che il suo stile è sempre stato coerente. Solo piccole variazioni nel tempo sempre in linea però con la sua idea di donna. Una donna elegante che non si lascia sedurre dalle tendenze. Un abito di Armani non ha tempo. Può essere indossato anche a distanza di quarant’anni. Mai un eccesso di colore. Mai uno spacco esagerato. Sempre innovatore. Ricordo quando inventò un nuovo colore: il greige, un neutro a metà tra il grigio e il beige, ispirato alle sabbie del Trebbia. E ancora: il denim di Emporio Armani, le fragranze unisex, le linee sportive di EA7. Mai ha deluso chi era solito puntare alle sue creazioni».
Uno stile intramontabile secondo Asselta che fa il paio con altri pilastri della moda italiana: quella di Valentino, di Versace e di Ferré. «Tutti artisti che lasciano un segno che rischiamo nel tempo di perdere. L’ultima volta che l’ho incontrato? Solo due anni fa a Milano. Non stava bene ma era il solito Armani: elegante e sorridente. Sono convito avendolo incrociato per tanti anni che lui abbia avuto la capacità di entrare nel cuore di tutti non solo per i suoi abiti o per il senso unico dello stile, ma per il continuo impegno verso gli altri. Era un vero gentiluomo di altri tempi. Mancherà, come il suo stile, in tutti i sensi. Nelle vetrine dei tanti negozi del nostro paese, e non solo, dove è e sarà sempre riconoscibile».