il caso
Molfetta, la sospensione-bis di Minervini. Il prefetto: non può fare il sindaco da casa
Nonostante la revoca dei domiciliari disposta dal Riesame. Ma l'opposizione: il Comune adesso va sciolto
BARI - Tommaso Minervini non può fare il sindaco di Molfetta dalla scrivania di casa. È per questo che nella serata di mercoledì - ma la notifica è stata fatta ieri mattina - il prefetto di Bari, Francesco Russo, ha adottato un nuovo decreto di sospensione che segue la decisione del Tribunale del Riesame: cioè quella che il 28 giugno, pur revocando i domiciliari, ha disposto che il 70enne primo cittadino non potrà avvicinarsi agli uffici del Comune, dove potrà accedere solo su autorizzazione del gip di Trani, Marina Chiddo.
In base al decreto 235/2012 (il testo unico su incandidabilità e divieti), il divieto di avvicinamento comporta la sospensione dalle cariche elettive «quando riguarda la sede dove si svolge il mandato elettorale». Nel caso di Minervini, appunto, il Riesame (dopo aver dapprima disposto una interdizione dai pubblici uffici per 12 mesi, inapplicabile a cariche elettive) ha infine imposto al sindaco di non entrare in Comune. Da qui la decisione della prefettura, che però ha messo tutto ancora una volta nelle mani del gip: «in caso di revoca del provvedimento giudiziario», specifica infatti il decreto, «la sospensione cessa a decorrere dalla data del provvedimento stesso».
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