criminalità

Bari, per la rissa allo stadio S. Nicola, interrogati i tre arrestati

isabella maselli

Oggi l’udienza di convalida. Gli investigatori della Digos e la Procura stanno andando avanti con le indagini per identificare gli altri presunti aggressori, almeno due

BARI - Oggi i tre arrestati per la rissa di domenica scorsa all’esterno dello stadio San Nicola potranno raccontare la loro verità al giudice, il quale poi dovrà decidere se confermare per loro la detenzione in carcere. In attesa dell’udienza di convalida degli arresti eseguiti in flagranza differita, gli investigatori della Digos e la Procura stanno andando avanti con le indagini, da un lato per identificare gli altri presunti aggressori, almeno due; dall’altro per individuare gli autori di un altro pestaggio, non collegato alla rissa, avvenuto durante la partita sugli spalti della curva nord.

LA RISSA NEL PARCHEGGIO Il botta e risposta a colpi di pugni e spintoni si consuma, a partire dalle 15.55, nell’area parcheggio davanti ai varchi di accesso della curva nord. A ricostruire le quattro fasi della rissa ci sono le immagini delle telecamere dello stadio. Si vede un gruppetto di 7 persone discutere animatamente. Poi uno di loro, identificato in un 48enne di Toritto, spintona un altro tifoso, un 33enne anche lui di Toritto, che reagisce sferrando un pugno al volto al primo, facendolo cadere. Si avvicinano altri tifosi e uno di questi colpisce il 33enne. Il 48enne nel frattempo si rialza e con altre persone aggredisce ancora il 33enne, padre del bambino che assiste a tutte le fasi della rissa. Pochi istanti dopo al 33enne si avvicina un altro uomo che lo colpisce ancora, poi identificato in un 40enne sempre di Toritto, cognato del 48enne. Tutti e tre sono finiti in carcere con l’accusa di rissa pluriaggravata e oggi compariranno davanti al gip, ma ci sono altri aggressori su cui si stanno concentrando le indagini, i cui ruoli sono già ben chiari ai poliziotti sulla base dei frame che ritraggono «i momenti più significativi delle plurime violenze» si legge negli atti.

LA TENSIONE AL SAN NICOLA La rissa, legata forse a questioni che nulla avevano a che fare con il calcio, è avvenuta mentre la parte più consistente della tifoseria organizzata barese (circa 300 persone) era impegnata in una accesa contestazione contro la società biancorossa con petardi e striscioni. L’intervento dei poliziotti avrebbe certamente innescato la reazione degli altri tifosi ed è la ragione per la quale i protagonisti delle aggressioni non sono stati subito arrestati, a tutela dell’ordine pubblico. Gli ultras, infatti, in occasione della partita Bari-Pisa al San Nicola del 4 maggio, avevano organizzato una protesta contro la presidenza della società del Bari per gli scarsi risultati sportivi finora conseguiti: dopo aver avuto regolarmente accesso all’interno dell’impianto sportivo, hanno prima raggiunto gli spalti della curva nord superiore senza vessilli e bandiere, esponendo solo uno striscione con la scritta «indegni». Alle 15.25 circa, in maniera coordinata, con la partita iniziata da poco, hanno abbandonato lo stadio e circa 300 di loro si sono radunati nello spazio adibito a parcheggio antistante la curva nord fino alla fine del primo tempo. A seguire, gli stessi ultras hanno raggiunto il parcheggio antistante la tribuna d’onore, posizionandosi innanzi al varco di accesso numero 1. Qui hanno esposto lo striscione con la scritta «devi vendere», accendendo e lanciando fumogeni e petardi e intonando cori contro il presidente De Laurentis.

IL PESTAGGIO IN CURVA Mentre fuori gli ultras protestavano e a pochi passi aveva luogo la violenta rissa (oggi i protagonisti potranno spiegarne i motivi, pare legati a una birra non pagata), sugli spalti un altro tifoso è stato picchiato. Dopo aver lasciato la curva, come da indicazioni dei gruppi delle tifoserie organizzate, era tornato per riprendere il proprio zaino ma a quel punto è stato aggredito. Anche il video di questo pestaggio è stato diffuso sui social e nelle chat. La vittima, colpita e ferita in diverse parti del corpo, ha sporto denuncia e ora gli investigatori della Digos, coordinati dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis, stanno indagando per identificare gli aggressori.

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