L'intervista

Padre Distante: «Nelle due visite a Bari sottolineò l'importanza del dialogo con l'Oriente»

Enrica Simonetti

il priore della Basilica di San Nicola: la Chiesa di Francesco dal volto umano, nel nome di S. Nicola

BARI - Appena eletto, salutò per la prima volta la piazza stracolma di fedeli con un tranquillo e inaspettato «Buonasera!». Era il 13 marzo del 2013 e quell’esordio così «pop» ha segnato il percorso di un papa che ha sempre rifiutato il «cerimonialismo», cosa non facile nelle stanze vaticane. Ma, il Bergoglio-comunicatore è sempre rimasto fedele a se stesso, in ogni occasione e anche nelle cinque volte in cui è venuto in Puglia.

Le date e i sorrisi si sovrappongono, insieme ai ricordi, alle emozioni, a quelle strette di mano che sembravano mai date casualmente. Una volta sola è stato in Basilicata, il 25 settembre 2022 a Matera, per la cerimonia organizzata allo stadio in occasione del 27esimo congresso eucaristico nazionale. Nel 2018 era stato invece a San Giovanni Rotondo, nei luoghi di Padre Pio, in occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa del frate di Pietrelcina; e, nello stesso anno, ad aprile, a Molfetta e Alessano (ne riferiamo qui sotto) per commemorare don Tonino Bello.

A Bari e a Fasano gli incontri più importanti dal punto di vista del dialogo «politico» tra i potenti e tra le Chiese, due degli obiettivi di Francesco, per i quali ha lottato fino all’altroieri, quando con la voce ansimante ha ancora una volta posto l’accento sulla necessità di pace e sul bisogno di accoglienza nei confronti dei migranti.

Era un caldissimo 7 luglio del 2018, quando arrivò a Bari per dialogare con i capi delle Chiese e delle comunità cristiane del Medio Oriente: indimenticabile l’immagine davanti alla basilica di San Nicola e il volo delle colombe bianche, indimenticabile il grande tavolo rotondo al quale Francesco era seduto al fianco dei rappresentanti delle Chiese Ortodosse, Orientali Ortodosse e Cattoliche Orientali, evento ecumenico senza precedenti. Fu un dialogo a porte chiuse, ma in realtà aprì molte porte: i rappresentanti riuniti, chiudendo l’incontro, pregarono per la pace, esprimendosi in tutte le lingue del Medio Oriente, dall’arabo al greco, dal siriaco, all’armeno e all’assiro. Dopo le tante terribili divisioni tra i cristiani d’Oriente e d’Occidente verificatesi tra il IV secolo e l’inizio dell’XI secolo, non era mai accaduto un incontro tra partecipanti così altamente rappresentativi delle loro Chiese. Da noi, in Puglia, ponte verso il Mediterraneo e da noi, nel nome di San Nicola, il verso Santo internazionale, l’uomo senza confini.

Papa Francesco, devoto alla Madonna dell’Odegitria della Cattedrale di Bari, ha sempre mostrato vicinanza spirituale a San Nicola e volle omaggiare ancora una volta il patrono in occasione della nuova visita a Bari, avvenuta poco prima del lockdown da Covid, il 23 febbraio 2020, per l’incontro «Mediterraneo, frontiera di pace», a cui presenziò anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Infine, l'ultima visita in Puglia, la più recente, il 14 giugno 2024, quando raggiunse Borgo Egnazia per partecipare al G7. Anche qui un record: è stata la prima storica partecipazione di un pontefice a un vertice con i potenti della Terra.

«Nelle sue visite, ha scelto Bari, simbolica porta tra Oriente e Occidente, per ribadire le sue convinzioni», sottolinea commosso il priore della Basilica di San Nicola, Padre Giovanni Distante. E, prima di rispondere ad ogni domanda, aggiunge: «Innanzitutto, desidero esprimere la tristezza della comunità domenicana nell’apprendere la notizia della morte di Papa Francesco. Pensavamo e speravamo in una possibile, anche se lenta, ripresa in salute. Ma i nostri piani non sono i piani di Dio».

Padre Distante, le due visite a San Nicola di Francesco e i ricordi di quegli incontri con le comunità.

«Comincio subito con la volontà di sottolineare come Papa Francesco abbia scelto Bari, città che custodisce le ossa di San Nicola, santo dell’Oriente e dell’Occidente, come meta di due importanti e storiche visite, nelle quali ha ribadito due sue imprescindibili convinzioni. Il 7 luglio 2018, giunto a Bari con i Patriarchi d’Oriente per pregare per la pace in Medioriente, ha voluto ribadire che è compito fondamentale di ogni Chiesa pregare e lavorare per la ricostruzione della piena e visibile unità dei cristiani. Il 23 febbraio 2020, incontrando i Vescovi del Mediterraneo a conclusione dell’incontro di preghiera e riflessione su “Mediterraneo: frontiera di pace”, ha affermato che le emigrazioni causate dalle guerre, come le stesse guerre, sono un crimine contro l'umanità, perciò necessita educare alla pace».

Messaggio sempre attuale…

«Sempre. E lui lo ha sottolineato in ogni occasione. Ricordo ancora con commozione le parole con le quali volle lui stesso dare importanza storica ed ecclesiale a questi due incontri baresi: “Guardando oggi questa Basilica, mi viene in mente l’altro incontro, quello che abbiamo avuto con i capi delle Chiese cristiane - ortodosse, cattoliche… - qui a Bari. È la seconda volta in pochi mesi che si fa un gesto di unità così: quella era la prima volta, dopo il grande scisma, che eravamo tutti insieme; e questa è una prima volta di tutti i vescovi che si affacciano sul Mediterraneo. Credo che potremmo chiamare Bari la capitale dell’unità, dell’unità della Chiesa”. Da baresi, come non essere orgogliosi e riconoscenti verso questo Papa che ha mostrato al mondo l’immagine di Bari città dal forte carattere universale, nel suo coraggioso impegno per il dialogo, l’accoglienza fraterna, la pace».

Questo Papa, a suo avviso, ha avuto sempre un occhio particolare verso i Sud del mondo?

«Papa Francesco è il papa che ha saputo ridare alla Chiesa un volto umano, quanto è umano il volto di Gesù così come descritto nei Vangeli. Ha sempre sognato una Chiesa “in uscita” verso le periferie, al Sud del mondo. Solo una Chiesa che abbatte i muri confessionali e interreligiosi si apre alla fraternità universale. Personalmente, credo alle coincidenze di date. Papa Francesco muore all’indomani della celebrazione nella data della più grande festa della cristianità. Nell’incontro barese del 7 luglio 2018 fu espressa la comune volontà di raggiungere una data comune della Pasqua. Questa provvidenziale coincidenza non può non avere un grande impatto nella mobilitazione a favore della pace delle istituzioni e della società a livello interreligioso e geopolitico».

Cosa pensa delle sue parole sull'accoglienza e sui migranti?

«Papa Francesco, figlio dell’emigrazione, ha accolto tutti, facendosi accogliere da tutti, non ultimi i carcerati. Tutti siamo stati oggetto delle sue considerazioni. L’ultimo suo gesto è stato lo stesso di Gesù: la lavanda dei piedi. E nella logica dell’amore e del vicendevole servizio che papa Francesco ha lasciato questa terra».

Quale l'aspetto più importante del suo pontificato?

«La pace si realizza nella “fratellanza universale”. Basta rivedere ogni suo gesto o rileggere i suoi scritti per cogliere questo aspetto importante del suo pontificato: “Fratelli tutti”. Ringraziamo Dio per averci donato Papa Francesco».

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