A Carrassi
Palazzina crollata a Bari, la perizia dell’Università: «C’è amianto nelle polveri sparse per strada» IL DOCUMENTO
L'Arpa aveva detto che non c'erano fibre di materiali pericolosi nell'aria ma ora fa dietrofront. E si difende: «I residenti si sono rivolti a un laboratorio non qualificato secondo il ministero della Salute»
BARI - Ci sono “numerose fibre di amianto, in particolare crisotilo”, e “numerose fibre di vetro” nelle polveri provenienti dal crollo del palazzo di via De Amicis. A dirlo è una perizia predisposta dall’Universita di Bari (Dipartimento di scienze della terra) su richiesta dei residenti di un immobile che si trova nelle vicinanze.
La perizia, già trasmessa agli uffici comunali, contraddice quindi l’esito delle analisi dell’Arpa che avevano escluso la presenza di amianto nell’aria tre giorni dopo il crollo della palazzina e ha creato gravi imbarazzi per tutta la giornata.
“È una situazione di pericolo - dicono i residenti - soprattutto perché c’è gente ferma nelle vicinanze del cantiere che osserva le operazioni senza protezioni”, nonostante l’ordinanza del Comune che ha imposto l’uso di mascherine. Il Comune ha gia chiesto all’Arpa di effettuare nuovi prelievi e alle 14,30 l'Agenzia regionale per l'ambiente ha installato nuove centraline e ha prelevato un campione di polvere da uno dei balconi prospicienti l’area del crollo in via De Amicis (gli stessi da cui è stato preso il campione analizzato dall'Università),oltre che nel cortile della ex scuola Carlo del Prete, per avviare le analisi finalizzate a verificare la presenza di fibre di amianto. Contestualmente, Arpa sta procedendo ad installare nuovamente le centraline per proseguire le indagini sulle polveri derivanti dalle attività di demolizione in corso. Le analisi dei campioni inizieranno domani 14 marzo.
Nei giorni scorsi l'Arpa aveva detto, al termine di analisi svolte per 24 ore (dal 6 al 7 marzo) su campioni di aria, che non c'erano tracce di fibre d'amianto. Una affermazione contraddetta dalla perizia chiesta dai residenti all'Università. «La relazione in questione - scrive l'Arpa in un comunicato - non proviene da un laboratorio inserito nell’elenco dei laboratori qualificati del ministero della Salute». «Arpa Puglia - si legge ancora - si riserva valutazioni sui contenuti della relazione dell’università di Bari, di cui si è avuta notizia in giornata odierna, relativa ad un 'campione di polverè che sarebbe stato prelevato da un balcone nei pressi del palazzo crollato». L'Arpa però ha dovuto fare dietrofront, comunicando che nella "matrice cementizia" di alcuni detriti (probabilmente di una tubatura) della palazzina crollata erano presenti "fibre di amianto".
L'ordinanza del sindaco Vito Leccese firmata ieri, mercoledì 12 marzo, vieta l’affaccio dalle finestre, impone di tenerle chiuse e di utilizzare mascherine nelle aree esterne circostanti l’edificio interessato dal crollo (via Pinto, via De Amicis nel tratto compreso fra Corso Benedetto Croce e via della Repubblica, via Fornelli nel tratto tra via Pinto e via della Repubblica, corso Benedetto Croce nel tratto tra via Bottalico e via Monfalcone) sino a comunicazione di cessate attività. A questo si aggiunge l’attività di monitoraggio ambientale continuativo, predisposta dall’amministrazione comunale, attraverso il posizionamento di un laboratorio mobile, installato da ditta specializzata iscritta all’albo nazionale gestori ambientali - categoria 10 (sottocategoria 10A-10B), al fine di verificare la presenza di polveri dannose per la salute pubblica; nonché le attività di nebulizzazione attiva per contenere la dispersione delle polveri durante gli interventi di demolizione controllata in corso.