Il caso
Chiariello e De Benedictis, condanne definitive per le sentenze truccate. L'ex avvocato rischia di tornare in carcere
Gli arresti del 2021 dopo le tangenti nel Tribunale di Bari. La Cassazione conferma le sentenze di appello. Annullamento parziale per il figlio Alberto Chiariello
BARI - La Corte di Cassazione ha confermato le condanne nei confronti dell’ex gip di Bari Giuseppe De Benedictis (sette anni) e per l’avvocato penalista barese Giancarlo Chiariello ultrasettantenne (sei anni) finiti a processo a Lecce per corruzione in atti giudiziari. Secondo l’accusa, l’allora gip De Benedictis, in cambio del danaro (fino a 30mila euro) ricevuto da Giancarlo Chiariello, avrebbe emesso quattro provvedimenti di scarcerazione in favore dei clienti del penalista.
La Cassazione ha annullato la condanna a tre anni e un mese nei confronti del figlio di Chiariello, Alberto, anche lui avvocato: per due capi d’imputazione a lui contestati la condanna è stata annullata senza rinvio, per un caso di corruzione in atti giudiziari invece l’annullamento è con rinvio a un’altra sezione della Corte d’appello di Lecce, che dovrà rideterminarne la pena.
In appello era caduta l’aggravante dell’agevolazione mafiosa riconosciuta in primo grado (in abbreviato) nei confronti di tutti e tre. Per De Benedictis si tratta della seconda condanna che passa in giudicato: nel 2024 era infatti diventata definitiva la condanna a nove anni di reclusione per il maxi arsenale di oltre 200 armi, caricatori e munizioni detenuto in una villa ad Andria. L'ex gip infatti è attualmente ai domiciliari.