il fatto
Bari, condannato a sua insaputa ma la Corte d'appello lo salva: «Era andato in Tribunale e il giudice non c'era»
Annullata la sentenza di primo grado nei confronti di un 59enne di Japigia: «Sul decreto che dispone il giudizio il nome del magistrato errato»
In primo grado era stato condannato «a sua insaputa» a due anni e 14mila euro di multa (pena sospesa) per aver gestito illegalmente un punto di raccolta scommesse all’interno della sua cartoleria al quartiere Japigia. Ma la Corte d’appello di Bari (presidente Mattiace, estensore Coluccia) ha annullato la sentenza per via di un errore insanabile: nel decreto che disponeva il giudizio immediato nei confronti dell’imputato era infatti stato indicato il nome errato del giudice a cui era affidato il processo.
La vicenda risale al 2019, quando durante un controllo nella cartoleria dell’uomo al quartiere Japigia la polizia ha rilevato la presenza di computer dedicati alla raccolta di scommesse. E così era arrivata la condanna.
Ma in appello i giudici della Prima sezione hanno accolto l’eccezione formulata dal difensore dell’uomo, l’avvocato Antonio Maria La Scala: Il decreto che disponeva il giudizio era sbagliato, e dunque «non si ha certezza che sia mai stato al corrente dell’avvenuto svolgimento del processo». «La mancata comparizione dell’imputato all’udienza indicata nel decreto che disponeva il giudizio immediato - hanno scritto i giudici di appello - non consente di superare il dubbio che costui si fosse realmente recato in Tribunale e che, constatato che il giudice indicato nel decreto non teneva udienza, se ne fosse poi allontanato con la certezza che gli sarebbe stata comunicata una nuova data di udienza».